Webb: "La finale dei mondiali 2010 mi ha cambiato la vita"

Tutto ciò che fa discutere sul mondo arbitrale

Webb: "La finale dei mondiali 2010 mi ha cambiato la vita"

Messaggioda BlueLord il lun mar 31, 2014 1:43 pm

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Incontrando Howard Webb, è difficile credere che quest'uomo così semplice, sorridente mentre risponde con franchezza alle domande, sia lo stesso che ha diretto la finale di Coppa del Mondo FIFA Sud Africa ™ 2010 tra Spagna e Olanda.

Il 44enne, padre di tre ragazzi - "Penso che siano fieri di ciò che faccio, anche se non lo danno molto a vedere" -, è stato a Zurigo per prendere parte al seminario in preparazione ai mondiali di Brasile 2014, dove lui e i suoi assistenti saranno ancora una volta presenti.

FIFA.com ha fatto una chiacchierata con Webb su una vasta gamma di argomenti tra cui: il suo inizio come arbitro, i suoi ricordi di quella tempestosa finale a Johannesburg, e il dilemma che lui e i suoi colleghi dovranno affrontare il prossimo Giugno: essere divisi tra il tifo per la propria nazionale e la speranza, una volta che questa sia stata eliminata, di poter arrivare fino in fondo come arbitri.

FIFA.com: Come è nata la tua passione di diventare arbitro? Dopotutto, il sogno della maggior parte dei bambini è quello di diventare un calciatore, piuttosto che arbitro.
Webb: Anche io sognavo di diventare calciatore. Se parli con uno qualsiasi degli arbitri qui, tutti ti diranno che il calcio è la loro passione. Questo è il motivo per cui facciamo il nostro lavoro. È vero che i bambini sognano di diventare calciatori, e noi non siamo diversi da loro. Ho lavorato sodo e cercato in tutti i modi di diventarlo, ma semplicemente non ho avuto il talento necessario.

FIFA.com: In che ruolo giocavi?
Webb: Ero un grande difensore centrale. Ero in grado di leggere abbastanza bene la partita ma non sono mai stato bravo nel gioco aereo, suppongo pertanto che non fossi capace abbastanza. A quel tempo ero portato a pensare che gli arbitri fossero tutti uomini vecchi e calvi, e questo era il motivo per cui non avevo preso in considerazione la proposta fattami da mio padre (arbitro semi-professionista) affinché anche io diventassi tale. Pensavo: "No, questo non fa per me!" Ora che ci ripenso, forse è proprio questo che i bambini pensano di me al giorno d'oggi [ride]. Ma mio padre insisteva, e all'età di 17 anni decisi di provare, assieme ad un mio compagno di scuola. Tale decisione mi ha portato fino alla finale dei Mondiali del 2010. Ero lì in una veste diversa da ciò che avevo sognato, ma ero comunque lì. Ho viaggiato per 44 stati in 5 continenti diversi. È incredibile, ne è valsa veramente la pena.

FIFA.com: Quindi tu consiglieresti questo come percorso per una carriera?
Webb: Certamente. Chiunque sia appassionato di questo gioco, dovrebbe considerarla come un'opportunità. Non tutti hanno il talento necessario per raggiungere il vertice, ma se hanno il giusto atteggiamento, sono disposti a lavorare sodo e ad amare il gioco, possono trovare un modo per farlo.

FIFA.com: Quando eri calciatore, come trattavi gli arbitri?
Webb: Ero solito concentrarmi sulla mia partita. A volte mi chiedo come alcuni calciatori possano commentare le mie prestazioni, quando dovrebbero invece essere concentrati sulla partita. Ero sempre molto rispettoso nei confronti degli arbitri. Ma sai una cosa? Il rapporto attuale tra calciatori ed arbitri è molto buono. Si fidano degli arbitri più esperti poiché li conoscono, hanno avuto altre partite con loro diverse volte, e capiscono che a volte noi facciamo errori. Anche questa è parte integrante del gioco.

FIFA.com: Se dovessi dire qual è la cosa peggiore e quale quella migliore nell'essere un arbitro, cosa diresti?
Webb: La cosa migliore è essere nella posizione perfetta per goderci il gioco che amiamo. Non diciamo questo molto spesso, ma è vero: le persone pagano un biglietto per andare a vedere una partita. Io no, non devo farlo. Io vado e basta. Chiaramente lavoro duro quando sono lì, ma ho il miglior posto possibile. La cosa peggiore invece è dover convivere con gli errori che inevitabilmente facciamo. Difficile. L'ultima cosa che voglio che la gente pensi è che noi arbitriamo una partita, torniamo a casa e pensiamo "Bene, anche questa è bella e fatta". Ci fa molto male ogni volta che facciamo degli errori, e può avere un impatto sul destino di una squadra, un giocatore, un allenatore o anche la nostra reputazione.

FIFA.com: Gli arbitri non hanno persone che facciano il tifo per loro, e appaiono sui titoli solamente se vengono fatti errori. Tutto ciò richiede un carattere particolare per diventare arbitro?
Webb: Sì, l'altro giorno ho letto una relazione su una partita che ho arbitrato, alla fine hanno inserito il mio nome dandomi un giudizio. C'erano solamente due parole: "Competente nell'anonimato". E io ho pensato: "Perfetto". Questo è ciò che vogliamo essere noi arbitri: competenti e nell'anonimato. Le partite non vanno sempre in un modo tale da permetterci di restare nel "retroscena", a volte dobbiamo alzare il nostro profilo. Ma è altamente soddisfacente lasciare lo stadio sapendo che non ci sono state difficoltà. Si torna a casa con la sensazione di essere in capo al mondo. Se nessuno parla di te, sai di aver fatto un buon lavoro.

FIFA.com: Cosa ricordi in particolare della finale a Johannesburg tra Olanda e Spagna?
Webb: Camminare verso il terreno di gioco, prendere il pallone Jabulani ed oltrepassare il trofeo della Coppa del Mondo. L'avevo visto tante volte, sia in televisione che tramite alcune riproduzioni , ma lì ero vicino a quella originale. Il pezzo di metallo più brillante che io abbia visto in vita mia: una statua d'oro con un globo sulla parte superiore e una base verde. È incredibile.

FIFA.com: Sei stato tentato di afferrarla?
Webb: Sì. [Ride] Era un mio sogno. È stato un grande onore essere lì. Anche a parlarne ora i miei capelli - non quelli sulla testa poiché non ne ho - ma quelli dietro il collo si rizzano. È stato fantastico. Quella finale ha cambiato la mia vita.

FIFA.com: Quante volte hai rivisto la partita da allora?
Webb: Solamente una volta. Ed ho aspettato quattro settimane per farlo. Mi sono seduto e ho guardato l'intera partita con un amico. Ho voluto mantenere il ricordo di ciò che avevo vissuto dal vivo, e per questo non l'ho vista di nuovo. È stata una partita difficile, e penso che si sia rivelata meglio di ciò a cui avevo pensato in un primo momento, a quel tempo. Ero estremamente concentrato sul mio lavoro quella sera. Ora vive nella mia mente e nel mio cuore.

FIFA.com: Dovresti avere un sacco di aneddoti su questa partita. Qualcuno che tu voglia raccontarci ora?
Webb: Ce ne sono diversi, sì... [pausa per pensare]. Ricordo quando ho lasciato il campo per andare a cercare mio padre in tribuna. Lui mi ha convinto a diventare arbitro. Aveva una bandiera inglese con scritto: "Non posso giocare ma posso arbitrare". È stato fantastico [Ride].

FIFA.com: Dopo aver rivisto la partita, c'è qualche decisione da te presa che avresti voluto cambiare?
Webb: Forse una o due. Ma al momento tu devi prendere decisioni esclusivamente secondo le informazioni in tuo possesso e il tuo posizionamento sul campo. È stata veramente una partita dura, e tu impari da esperienze come queste. Io avrei preferito non essere così coinvolto nella partita. Noi preferiamo sempre che la gente parli di come una partita sia stata affascinante e dei gol segnati, ma questa è stata davvero una gara intensa e durissima. Devi essere abile a cimentarti con ciò che è di fronte a te, e fare quello che tu pensi essere il meglio, al momento, sulla base di buone intenzioni. Questo è quello che abbiamo fatto.

FIFA.com: Se la nazionale inglese dovesse far bene in Brasile, potrebbe diventare per voi un problema ottenere gare nella fase finale della competizione. Come regolarsi con questa sorta di sentimenti contrastanti durante la manifestazione?
Webb: Siamo appassionati di calcio, pertanto è logico auspicarsi che la nostra nazionale vada il più avanti possibile. Sappiamo che se ciò dovesse accadere, se l'Inghilterra vincesse il mondiale, l'impatto positivo sarebbe enorme. La cosa migliore da fare per tenere a bada il conflitto è porlo nella parte posteriore della mente, perché è qualcosa che per forza sfugge al nostro controllo. Si tratta comunque di una situazione in cui o vince l'uno o vince l'altro. Se l'Inghilterra disputerà un buon mondiale sarò felice, se non lo farà allora questa potrà essere una buona opportunità per noi. Andremo in Brasile sperando che l'Inghilterra vada più avanti possibile. Se ciò accadrà, e noi saremo costretti a tornare a casa, saremo comunque soddisfatti a patto di aver fatto un buon lavoro.


Fonte:
fifa.com
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Re: Webb: "La finale dei mondiali 2010 mi ha cambiato la vit

Messaggioda f_brych il mer apr 02, 2014 11:05 am

Credo sinceramente che Webb possa vivere il Mondiale in Brasile senza pressioni addosso: sarà l'ultimo della sua carriera ed, anche se l'Inghilterra non dovesse andare lontano, la finale sicuramente non toccherà a lui. Stavo riguardando la sua carriera e le rassegne internazionali che ha fatto: due Europei (2008 e 2012), due Confederations (2009 e 2013) e due Mondiali (2010 e 2014), oltre ad alcune competizioni giovanili ed almeno tre finali prestigiose in Inghilterra. Credo che possa essere soddisfatto del percorso svolto e - quando arriverà il momento di lasciare (2016) - l'arbitraggio europeo perderà una delle figure di maggiore spicco degli ultimi anni.
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