Il video resta acceso solo che c’è un’interferenza ed è un corto circuito evidente nel sistema calcio che ha fretta di cambiare.
L’Ifab, il gruppo di 8 saggi che decidono le regole del pallone, è riunito a Londra e, come promesso, ha strattonato i vecchi codici. Le partite si sono fatte più veloci e nervose ed è ora di trovare nuovi sistemi di comunicazione. La moviola in campo è il più ovvio, ma da questo anno di test è uscito un quadro contraddittorio: i dati raccolti mostrano lacune e dubbi, servono tempo e altre prove. Infantino conferma che la Var (video assistant referee) sarà operativa nella Confederations Cup di questa estate ma non si sbilancia sui Mondiali russi: «Per attuarla dovremo avere un sì definitivo della Var entro marzo 2018. Non si tratta di un se, ma di un quando e nel frattempo più test ci saranno meglio sarà». La Var va tarata e da sola non basta. Così i signori della legge, quattro rappresentanti delle federazioni britanniche e quattro membri Fifa, partono da lontano.
Ispirati dagli altri sport
I capitani devono aiutare l’arbitro e saranno i soli che possono parlare con lui, l’indicazione già esiste solo che si è persa nelle urla di protesta collettiva. Se si vuole davvero dare potere a uno schermo a bordo campo, prima bisogna ristabilire le responsabilità in mezzo al campo. L’uomo con la fascia al braccio deve tenere a bada il gruppo, raccogliere le istanze, calmare gli esagitati e riportare all’arbitro le osservazioni. A sua volta l’arbitro dovrà coinvolgerlo di più, avvertirlo se l’atmosfera si surriscalda, se intravede tensione tra due giocatori o se qualcuno è su di giri. Scambio di informazioni e lucidità difficile da regolamentare quindi una data precisa per introdurre il nuovo sistema non c’è. Gli arbitri saranno allenati secondo queste linea guida, poi diventeranno più rigorosi e alla fine intolleranti.
Via libera anche alla sperimentazione delle sospensioni a tempo: da giugno a livello giovanile e dilettantistico ogni campionato potrà decidere di sostituire il giallo con una punizione da scontare subito, 10 minuti fuori. Corrette anche le sostituzioni, in tutte le categorie inferiori (dai dilettanti alla B nel nostro caso) nelle partite che vanno ai supplementari arriva il cambio extra, il quarto. E per capire subito come funziona l’Ifab ha scelto un esperimento ad alti livelli, nei quarti di finale della Fa Cup di marzo. Praticamente dopodomani, il 13 marzo in Chelsea-Manchester United, Conte potrà già giocare con la nuova strategia.
I confini si spostano molto rapidamente tanto che c’è in agenda un altro cambio rivoluzionario: la sequenza dei rigori. Le statistiche dicono che chi tira per primo vince nel 60 per cento dei casi quindi si pensa di mutuare l’alternanza dai tie-break tennistici.
Il calcio prende dal rugby la moviola in campo, da tanti altri sport le sospensioni a tempo, dal tennis il modello per la distribuzione dei rigori, si valuta persino l’ipotesi di mutuare il tempo effettivo del basket, almeno negli ultimi 15 minuti anche se questo ultimo punto è stato messo in cantiere per il futuro. Pronti a copiare, a farsi contaminare e introdurre modifiche epocali in sequenza e refrattari a dare una data decisiva sulla Var.
Tutti la vogliono, si prova da più di un anno solo che probabilmente i dati raccolti evidenziano pericoli non ancora identificati. Per il presidente della Fifa «non esistono controindicazioni, manca l'addestramento, soprattutto per gli arbitri, sono ancora lenti perché non sono abituati». L’Ifab è più perentoria: «Non siamo in grado di dire quando la Var si potrà usare ovunque». Sono pur sempre loro i tutori della legge.
fonte: La Stampa