Vedi ultimo messaggio Ufficio Legale FIGC boccia riforma elettiva AIA!

tratto dal sito https://deportivamente.net/elezioni-aia ... a-gravina/

Elezioni AIA, il pasticciaccio brutto di Via Allegri. Per info, citofonare a Gravina
Luglio 24, 2024

L’ufficio legale federale boccia la riforma elettorale dell’AIA voluta dai 4 riformisti Mazzaferro, Senesi, Marconi, Camiciottoli e presentata da Pacifici e Zaroli. Nei giorni in cui il calcio, attestata l’incapacità della stessa FIGC ad attualizzarsi dopo diversi schiaffoni in ambito internazionale (vedi ultimi due Mondiali e la recente euro-figuraccia Oltralpe), viene riformato manu propria dalla Politica (DL Sport ed emendamento Mulè), la gattopardesca FIGC sembra non voler metabolizzare quest’aria di novità che sta alimentando la speranza di milioni di tifosi verso un sistema calcio più moderno, competitivo e trasparente.

Proprio la FIGC, attraverso il proprio ufficio legale infatti, ha bocciato la proposta di riforma elettorale dell’AIA presentata al cospetto del dominus federale Gravina da parte del presidente AIA Pacifici e del suo Vice Zaroli.

I toni accondiscendenti sentiti in questi giorni da Via Allegri nei confronti delle Leghe Professionistiche (sostenute dal Ministro Abodi) che vogliono ridefinire i pesi all’interno del. Consiglio Federale, pare siano appannaggio esclusivo di Casini e Balata (numeri 1 rispettivamente di Serie A e Serie B) mentre con i rappresentanti delle giacchette nere Gravina riesce facilmente a ristabilire quella gerarchia (quasi monarchica, citazione Casini) che ha fin qui caratterizzato il suo mandato.

L’oggetto del contendere è anche piuttosto importante: la riforma elettorale dell’AIA, cioè il momento di espressione della volontà degli arbitri, che investe praticamente tutte le elezioni (dalle sezionali a quelle nazionali) della classe arbitrale. Probabilmente l’unico vero momento di autonomia dei fischietti.

Per tale motivo tutto il CN aveva lavorato, non senza le solite diversità di vedute (filo-federali da un lato e riformisti dall’altro), per proporre un documento condiviso e che tutelasse tutti, come in ogni sana democrazia.

Ed ecco infatti che la proposta dei 4 riformisti, che hanno portato tutti gli altri a ragionare in tal senso, era di eleggere l’immane numero di delegati imposti dalla FIGC con i criteri regionali, imposti anch’essi, ma garantendo un equo peso elettorale anche alle Sezioni (dove si creano gli Arbitri per tutti i campionati italiani).

Sezioni che, ricordiamo, sono già nel mirino della Federazione di Gravina da un paio di anni. Perché Gravina ha quindi bocciato la proposta di riforma elaborata da un’apposita commissione dell’AIA e sostenuta con forza dai 4 riformisti del Comitato Nazionale?


Formalmente perché, secondo l’interpretazione dei legali FIGC, la proposta dell’AIA che ha formulato una rappresentanza elettiva con base sezionale (e quindi dando la possibilità a tutte le 206 sezioni di avere dei propri delegati, leggi “grandi elettori) non è attuabile.

La Federazione, al contrario, vuole (e ha imposto) una base regionale, celebrando così la “morte” del lavoro quotidiano e della volontà dei presidenti di sezione che con questo principio verrebbero sostanzialmente messi all’angolo.

Ora, come ha ampiamente dimostrato in questi ultimi giorni, Gravina nelle sue interlocuzioni con ministeri, commissioni parlamentari e presidenti di lega, non è andato allo scontro frontale (avendo in ogni caso la maggioranza in consiglio federale) mostrandosi invece diplomatico e conciliante. Segnali…

Perché invece con Pacifici e Zaroli ha nuovamente mostrato i canini? Come mai Presidente e Vice dell’AIA non sono riusciti a tenere testa al Gravina più debole di sempre? Non c’era un rapporto di amorosi sensi tra Gravina e la componente filo federale del Comitato Nazionale AIA?

Certo, ma per ricordarsi di essere ancora il presidente FIGC, con qualcuno era necessario mostrarsi forte: i malcapitati Pacifici e Zaroli, quindi, hanno solamente potuto incassare il “niet” federale.

Ma la minoranza del Comitato nazionale annuncia battaglia e proporrà che la loro mozione venga approvata nel CN in composizione allargata. A questo punto sarà “il Consiglio Federale nella sua “totalità” ad approvare o meno il regolamento elettivo dell’AIA.


Una situazione nata male e finita peggio: dalla “proposta imposta” del suffragio universale della FIGC che aveva momentaneamente ricompattato il Comitato Nazionale AIA, allo scambio di accuse Gravina-Pacifici (“Non si fa così”, “Pacifici sapeva tutto”, “Non è vero, la FIGC mente”) fino alla visita di cortesia sull’uscio federale del duo capitolino-meneghino oggi al vertice dell’AIA.

Possibile che la governance federale non stia ancora capendo quello che gli succede attorno, con questa nuova aria di autonomia che anche una parte della classe arbitrale vorrebbe e che è fattibile (leggi link) Non fa riflettere che l’unica componente federale della quale Gravina può sostanzialmente disporre senza contrappesi è quella degli arbitri che invece dovrebbe essere (ed essere percepita) la casa di cristallo del calcio italiano?

Pacifici e Zaroli hanno compreso che il sistema di relazione-dipendenza dell’AIA con la FIGC è ormai fuori dal tempo e anche, forse, incestuoso?

Gli arbitri hanno un lavoro enorme da fare in termini di trasparenza, sostanziale e percepita, formazione, reclutamento e consolidamento dei nuovi associati: quanto manca ancora perché questa battaglia non sia una battaglia di minoranza ma una vittoria di tutto il calcio?

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