Vedi ultimo messaggio Lettera della moglie di Di Bello

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Attaccato da più parti dopo la deludente direzione arbitrale in occasione di Lazio-Milan, il fischietto Marco Di Bello è finito al centro di tante polemiche. Per difenderlo è intervenuta addirittura la moglie che ha deciso di scrivere una lettera a sostegno del marito. Significativi alcuni passaggi: in questi si rimarca "le più indicibili cattiverie e ostilità" rivolte verso l'arbitro di Brindisi, e pure "l'accanimento mediatico e sociale senza precedenti" di cui è stato vittima quest'ultimo.

"Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio - si legge nella lettera aperta firmata da Carla Faggiano -. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un uomo si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità. È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo".

"Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare. “Nel mezzo di una difficoltà c'è un'opportunità.” (Albert Einstein) Con Amore ! Carla" la conclusione.


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Sono appena “caduto” su questo articolo pubblicato da Sportmediaset.
Ma ci rendiamo conto dove siamo arrivati ?
Ma ci rendiamo conto quanto la “nostra” categoria sia alla mercé di tutti?
Ma ci rendiamo conto quanto si siano superati i limiti?
Questi ragazzi dovrebbero essere più tutelati .. questi ragazzi .. dovrebbero essere molto più pagati.
Ed invece sono la categoria meno “protetta” ma sempre sul patibolo.
Sono d avvero sconcertato.
Un caloroso sostegno a Di Bello e alla sua famiglia.

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