Vedi ultimo messaggio Ingargiola: quando il pudore non ha limiti

1, 2
Fonte: www.a.marsala.it

La Sezione locale dell’AIA, l’Associazione Italiana degli Arbitri, ha eletto come suo delegato sezionale per il quadriennio 2008 – 2012 l’arbitro emerito Pietro Ingargiola, di Mazara del Vallo.

La nomina, avvenuta una settimana fa, è molto importante perché l' elezione del Presidente AIA - secondo il nuovo regolamento – si farà proprio sulla base dei delegati di zona. In altre parole, Ingargiola rappresenterà tutta la Provincia di Trapani. Ha vinto la concorrenza interna del Prof. Bernardone, marsalese, ex assistente di A e B, ed è stato eletto con 71 voti, mentre Bernardone si è fermato a 20 voti. L'elezione è stata fatta a scrutinio segreto.
"Sono stato eletto per rappresentare la provincia a Roma" commenta soddisfatto Ingargiola.
L'assemblea nazionale si riunirà forse già ad Ottobre, per eleggere il nuovo Presidente dell'AIA: "Spero che sia ancora Tullio Lanese, che ci ha ben rappresentato negli anni scorsi".

Stupisce però che la scelta degli arbitri marsalesi sia caduta proprio su Ingargiola, arbitro involontariamente famoso, perchè coinvolto a pieno titolo nella vicenda di Calciopoli.
Basta tornare con la memoria alla sera di sabato 6 novembre 2004, dopopartita di Reggina-Juventus 2-1. E’ la sera in cui Luciano Moggi irrompe nello spogliatoio di Paparesta e lo strapazza e lo minaccia sotto lo sguardo incredulo dei guardalinee e del commissario arbitrale, Ingargiola, prima di andarsene urlando e chiudendo tutti dentro, buttando la chiave.
Il buon Ingargiola tornato a casa prende il telefono, chiama il presidente degli arbitri di allora, Tullio Lanese, e gli racconta tutto. Ecco la trascrizione di quella telefonata, secondo gli atti del processo.

INGARGIOLA. Cumpà, quello che ho visto io in vita mia non l'ho mai vista una cosa del genere... cioè entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi... (si riferisce a Paparesta, n.d.r. ) ... è venuto negli spogliatoi con il dito puntato a gridare, lui e Giraudo, e a dirgli al guardalinee: tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato! A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (intende Paparesta, n.d.r. ): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente... io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...

LANESE. ... problemi vostri sono... è logico, io non c'ero... io non c'ero...

INGARGIOLA. ... no, non mi... no, no, ma che scherzi: no, no, no, non ho visto e non ho fatto niente, io sono andato...quando questi sono andati a minacciare io sono andato dentro il bagno...

Nell’ambito del processo Calciopoli Ingargiola se l’è cavata con una semplice ammonizione e non ha fatto neanche ricorso alla Caf (secondo grado di giustizia sportiva). Per lui la pena richiesta era stata l’inibizione per un anno.

Lui sostiene che è stato "un provvedimento sbagliato, anzi - ci ha dichiarato - nemmeno un provvedimento..." (!). "Si tratta di un provvedimento solo verbale" precisa "perchè io ero lì solo casualmente".

Queste le motivazioni della sentenza: “… Quanto ad Ingargiola, ritiene questa Commissione che egli sia incorso in iesponsabilità disciplinare perché, avendo comunque avuto percezione della gravità dei fatti ai quali aveva assistito all’interno dello spogliatoio arbitrale ed essendosi anche reso conto della necessità di informarne gli organismi federali, in ossequio al generalissimo obbligo di cui all’art. 1, comma 1, C.G.S. ha poi accolto l’invito ad astenersi dal farlo formulatogli da Lanese, con ciò violando da parte sua detto obbligo.
Pietro Ingargiola, a proposito del caso Paparesta in Reggina-Juventus spiegò durante il processo: «Ero solo uno spettatore occasionale e non sapevo cosa avesse scritto Paparesta nel suo referto. La mia è una funzione esclusivamente tecnica».

«Io non posso guardare in faccia i miei figli - aveva detto Ingargiola rivolgendosi alla commissione -, non posso guardare i 50.000 di Mazara del Vallo, non posso nemmeno fare una passeggiata con mia moglie». Ingargiola, nel corso dell'udienza, ha anche raccontato delle telefonate (due ha precisato) con Tullio Lanese, ex presidente dell'Aia. «Ma io che cosa ho fatto? -ha proseguito Ingargiola-, non ho omesso niente, non potevo sapere cosa aveva scritto l'amico e collega Paparesta. Ne renderò conto a qualcuno dell'aldilà se ho fatto male a qualcuno. Io sono solo un istruttore perchè mi piace lavorare con i giovani. Ho sfornato decine e decine di arbitri. Ora dopo tanti anni mi sono tolto il distintivo dell'Aia. Mi vergogno».

Vergogna o no. Eccolo ancora lì.

Oggi precisa: "Io non avevo detto che consegnavo la tessera, ho detto solo che in quel momento per le accuse che mi erano state rivolte mi vergognavo a portare il distintivo. E infatti non sono più in A e B non per motivi disciplinari, ma per un normale avvicendamento".

Ingargiola, in quell'episodio non fece fare una gran figura alla Sicilia, anzi...Ma lui a due anni di distanza insiste: "Io non devo vedere e non devo sentire, in quel caso ero solo un ospite tecnico all'interno dello spogliatoio...non ero il commissario arbitrale...". E due anni dopo gli arbitri lo scelgono come loro rappresentante: "E' importante - commenta lui - perchè gli arbitri riconoscono la mia innocenza e hanno fiducia in me". Come quei politici che pensano che siccome sono votati dai cittadini, non possono essere mai colpevoli di nulla.

Scrivi un commento [ Indietro ]

Tutti (o quasi) gli arbitri AIA su arbitri.com! E tu ci sei?

Cognome Sezione

Trova le designazioni della tua squadra!

Squadra

 Ultimi iscritti

Nome utente Iscritto il
Orienttwect 16 apr
RobertGot 16 apr
Richardhon 15 apr
Richardkef 15 apr
Simacheva 15 apr
CharlesNit 14 apr
FrankOxics 14 apr
AngelWeend 14 apr


moviola
Regolamento
Vita sezionale

 Login

Nome utente:


Password:


Ricordati di me



cron