Cassazione assolve Amanda Knox e Raffaele Sollecito

[BlueLord]

Come da oggetto, a prescindere dalla verità dei fatti, che secondo me a questo punto passa in un certo senso in secondo piano, come è possibile che il sistema giuridico italiano abbia una credibilità dopo che un grado di giudizio sovverte totalmente quello precedente, addirittura non una ma anche diverse volte? Come si può pensare che questa sia stata effettivamente la sentenza giusta e quella precedente sbagliata? Prché se i giudici sbagliano, possono sbagliare anche all'ultimo grado.
E nel frattempo come cambia la vita di una persona? Soprattutto quale peso si porta addosso?
È giusto tutto questo? Tra l'altro si leggono cose come: "La sentenza di condanna era costellata di errori".
Di chi ci dobbiamo fidare? Ormai ho perso ogni speranza...

[bracco75]

In ogni campo, in ogni lavoro, chi sbaglia paga; se l'avvocato sbaglia, se il medico sbaglia, se il commercialista sbaglia, paga di tasca sua; e difatti le assicurazioni professionali hanno raggiunto costi insostenibili; se a sbagliare è un magistrato, paga lo Stato, cioè noi. Tutto qui.

[gad]

La risposta alle tue domande è: tempi brevi - certezza della pena - indagini condotte professionalmente - uso responsabile della giustizia da parte degli avvocati - cronaca responsabile da parte dei giornalisti.

Anche io sono rimasto stupito della sentenza, non mi sono mai interessato più di tanto della cosa però diciamo che la corte di cassazione è stata messa nelle condizioni migliori per assolvere queste persone (che a mio modo di vedere innocenti non sono.... ma vabbè): dovevano portare in giro un secchio pieno raso d'acqua sotto la pioggia..... è ovvio che trabocca.

[AssistantRef]

Bisognerebbe mettersi anche nei panni dei magistrati (sia i pubblici ministeri che i giudici).
Ognuno avrà letto di questo caso e si sarà fatto una propria opinione sul caso specifico.
La domanda che mi pongo era: era corretto indagare i due sulla base di quanto riportato? La risposta è inequivocabilmente si'.
Purtroppo non si trattava di un delitto facile da risolvere, non vi erano prove provate, e quindi i pubblici ministeri hanno tentato di ricostruire una verità processuale.
Purtroppo, ancora, l'impianto accusatorio era variamente interpretabile, e da ciò discendono (in attesa di sapere le motivazioni della Cassazione) le diverse valutazioni nei vari gradi di giudizio.
In un processo ci possono essere condanne e ci possono essere assoluzioni, fa parte della normalità.
Dispiace per l'ingiusta detenzione subìta dagli odierni assolti, che potranno chiedere un risarcimento: ma anche in questo caso, quale sarebbe la soluzione? Vietare la detenzione per i condannati con sentenza non definitiva? Saremmo pronti a sostenere questa tesi anche in presenza di condannati per reati ancora più efferati e in presenza di prove ancora più schiaccianti (già m'immagino i titoloni: condannato a piede libero compie nuova strage...colpa dei magistrati)?
Sulla responsabilità dei magistrati: la riforma del 2015 ha modificato il concetto di colpa grave, per cui è possibile l'azione di responsabilità (assieme al dolo) nei confronti del magistrato, facendo riferimento più largo e specifico a palese travisamento delle prove o ad affermazioni di fatto incontrovertibilmente esclusi dagli atti del procedimento.
Ma trovo ingiusto che si possa immaginare un sistema per cui il magistrato paga, soltanto perché i Giudici di Cassazione hanno sancito una sentenza che va in senso diverso: questo statisticamente capita spesso in qualsiasi ordinamento che abbia diversi gradi di giudizio.

[dolphin91]

Resta molta amarezza a pensare che:

- Ci sono due innocenti che hanno vissuto un incubo per anni e sono stati ad un passo da una condanna infamante e gravissima.

oppure

- Ci sono due assassini in libertà.

In entrambi i casi c'è da preoccuparsi di questa giustizia. In tutto questo c'è una persona che è stata ammazzata ed a questo punto, probabilmente, non ci sarà mai un colpevole.

Questa vicenda ricorda molto il caso Garlasco con Alberto stasi prima arrestato, poi assolto (2 volte), rimandato a giudizio dalla Cassazione, condannato e adesso si attende ancora la cassazione.

[AssistantRef]

Diciamo che ci fossero dei delitti dove viene trovata subito la pistola fumante, sarebbe anche semplice risolverli. Visto che nella normalità dei casi questo non avviene, e il reo non confessa le sue responsabilità, è più difficile risolvere il tutto. Quando poi anche le ricerche scientifiche vengono variamente interpretate (rischio di contaminazione sì o no, esclusione di tracce di terzi sì o no), è facile dedurre che la verità processuale sarà sempre più difficile farla coincidere con la verità dei fatti.
Mi pongo l'interrogativo: cosa fare di diverso?

[gadamer]

Bracco 75

In ogni campo, in ogni lavoro, chi sbaglia paga; se l'avvocato sbaglia, se il medico sbaglia, se il commercialista sbaglia, paga di tasca sua.

Mica vero: in ogni attività umana l’errore è inevitabile. Le figure professionali che citi, ma ne potremmo aggiungere un’infinità, pagano se il loro errore avviene per dolo o colpa. Non tutti gli “sbagli” sono colposi cioè, ad esempio, dovuti a inosservanza di regole. Esiste un ventaglio d’interpretazioni tecnico-professionali che talvolta sono addirittura confliggenti fra loro ma che fanno parte dell’incertezza e del legittimo esercizio della propria soggettività. Potremmo anche aggiungere che la magistratura è un organo costituzionale che necessariamente gode di uno status diverso e di un riguardo adeguato ma prenderemmo il volo verso una riflessione più politica.

AssistantRef

Dispiace per l'ingiusta detenzione subìta dagli odierni assolti, che potranno chiedere un risarcimento.

Come correttamente citi nel seguito del tuo post, la legge colpisce (in osservanza di un principio generale dell’ordinamento) solo i magistrati colpevoli. Sul dolo c’è poco da discutere, sulla colpa l’innovazione consiste nella tipicizzazione dei comportamenti colposi, questo accogliendo i rilievi UE. Però e qui mi collego a quanto ho detto prima:

….nell'esercizio delle funzioni giudiziarie non può dar luogo a responsabilità l'attività di interpretazione di norme di diritto né quella di valutazione del fatto e delle prove…

In attesa della motivazione della sentenza mi sentirei di escludere la possibilità di ottenere un risarcimento.
Breve nota di chiusura: i vizi del procedimento giudiziario nostrano sono talmente numerosi che sarebbe sterile elencarli né è il luogo adatto. Però mi sono da sempre posto una questione, una domanda direi filosofica del diritto: quanto e soprattutto quando è giustificabile che lo stato (nella figura del pubblico ministero) ricorra contro se stesso (nella figura del magistrato giudicante)?

[AssistantRef]

Credo che per il periodo di carcerazione preventiva, antecedente alla sentenza di primo grado, il risarcimento dovrebbe spettare, laddove la Cassazione assolva con formula piena (si vedranno giustamente le motivazioni della Cassazione) se non vado errato.

La legge Pecorella era intervenuta per limitare i poteri di impugnabilità delle sentenze da parte del Pubblico Ministero (inibendogli questo potere, con alcune eccezioni, in caso di proscioglimento), poi è intervenuta questa sentenza della Corte Costituzionale a sancire l'illegittimità della norma: http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2007&numero=026

[gadamer]

Mah , non riesco a capire che cosa tu intenda per formula piena. La terminologia è scomparsa dall'ordinamento con l'abolizione della formula dubitativa. Oltretutto la cassazione ha sancito (discutibile ma fa giurisprudenza) che l'assoluzione ex art. 530.2 (prove insufficienti) è inappellabile rendendo di fatto ogni assoluzione "piena". Né capisco il senso della sentenza linkata che, se ho ben capito nella fretta, riguarda l'ampliamento dei poteri di appello da parte del PM,
Però devo ammettere che ho seguito poco o niente la vicenda quindi sto facendo delle riflessioni un po' in astratto. Può essermi sfuggito facilmente qualche passaggio chiave dell'iter processuale, quindi lungi da me alcuna certezza, anche se continuo a ritenere. un po' a istinto ed esperienza, poco probabile una colpa (tecnicamente parlando) da parte della magistratura.

[AssistantRef]

Condivido l'ultimo assunto, e su questo non aggiungo altro.

Ho fatto impropriamente riferimento all'assoluzione con formula piena, per intendere che visto che Sollecito (e credo anche la Knox) ha subito una carcerazione preventiva prima della sentenza di 1° grado, credo gli spetti una forma di risarcimento (qualora richiesta), qualora la sentenza della Cassazione li riconosca innocenti per non aver commesso il fatto; perché il fatto non costituisce reato; perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.

Ho linkato la sentenza della Corte Costituzionale, per significare che il legislatore italiano tentò di limitare il potere del pubblico ministero di ricorrere contro una sentenza (Stato contro Stato, era il paradosso che tu stesso citavi), in particolare con la legge Pecorella che limitava enormemente il potere del PM di ricorrere contro sentenze di assoluzione, ma appunto la Consulta dichiarò incostituzionale quella parte di legge.