Grecia

Re: Grecia

Messaggioda gadamer il mer lug 08, 2015 12:43 pm

Advocat82
Ma il tutto nacque alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dove quell'humus ideale era vivo fra chi quella guerra l'aveva vissuta e subita(tralasciando chi avesse "vinto" o chi avesse "perso", dove il concetto di vittoria e sconfitta in una guerra per me è totalmente labile). La leva si cui si cercò di agire fu quella, leva che con il senno di poi possiamo affermare non abbia fatto presa.

Sì e no. Io distinguo due piani: quello propagandistico di formazione del consenso che ha funzionato eccome. Chi non è giovanissimo ricorda che l’operazione ebbe una vasta approvazione, almeno nei grandi numeri. Così come l’avvento dell’euro alla fin fine, nonostante le evitabili asimmetrie e speculazioni fu digerito a dispetto del contesto macro-economico difficile (non mi riferisco alla sola Italia) e quel poco di ripresa che vedemmo in seguito aiutò a sopire le velleità ribellistiche.
La realtà più prosaica, il secondo piano, è quello delle finalità sottese al progetto CE oltre la coltre fumogena ma indispensabile in democrazia della propaganda (nell'accezione positiva della parola)e sono costretto a ripetermi: le varie forme di Europa nascono per ragioni prettamente economiche.
La strada però è stata percorsa a metà: pensare di creare una sola unione monetaria senza stabilire un'unione fiscale si è rivelata una scelta poco lungimirante.

Certo che sì, siamo alla presenza di un’incompiuta. Però l’unione fiscale, meglio l’uniformità fiscale, è un orizzonte, mai può essere un punto di partenza, un principio fondante.
Peraltro quella che tu chiami unità fiscale è qualcosa di molto discutibile e discusso tanto sul piano della legittimità costituzionale (generalizzo: costituzioni diverse ma diciamo moderne) quanto sulla reale funzionalità, questo in ambito delle scienze giuridico-economiche.
Non esiste -che io conosca- uno stato federale che non contempli anche un federalismo fiscale. E se la CE mira o mirava a configurarsi come stato federale e non certo come stato nazione, non sussisteva possibilità di opzioni diverse, salvo quella di non partire proprio.
Per fare il solito esempio USA: non esiste una tassa federale. Per tacere dei nostri confinanti svizzeri ove cantoni insignificanti per dimensione e popolazione (Zug) applicano un irpef di poco più del 3% e il povero Marchionne si è visto costretto a pigliar residenza per arrivare a fine mese.
Chiaro che in corso d’opera si potevano e si dovevano assumere provvedimenti volti ad armonizzare la fiscalità, mica voglio fare il difensore per principio, ma l’uniformità fiscale proprio no, è libro dei sogni, meglio è funzionale agli slogan populisti, ora ingiusta e realizzabile se non in un futuro, in un’altra realtà, chissà quando.

malviboss
Il grossissimo errore che si crea è quello di considerare uno Stato come un'azienda. Non lo è. Per un'infinità di motivi. Uno stato non gestisce solo capitali. Gestisce anche e soprattutto lo Stato sociale. Che vive al di fuori delle logiche di mercato (per fortuna). Quindi il discorso che se la Grecia ha un debito che deve pagare, e se vuole soldi per pagarlo DEVE sottostare agli interessi dei creditori, lascia il tempo che trova. La Grecia può benissimo dire io non ti pago, affaracci tuoi. Se fallisco mi rimetto in piedi. Mi ricreo forza lavoro, e mi ricreo economia. Ci vorrà tempo, ma a differenza di un'azienda, è possibile perché si vive anche di Stato sociale.


Uno stato non è un’azienda ma è “anche” un’azienda e lo stato sociale si mette in piedi e si gestisce contabilmente, con risorse disponibili o indebitandosi né più ne meno che un’impresa.
La differenza consiste che l’impresa ha per fine il profitto e lo stato no, almeno di principio. Sono ovvietà ma a volte l’ovvio appare sepolto dall’ideologia o dal preconcetto. Per inciso difficile sostenere la giustezza dello stato sociale greco. Chiaro che lo stato, nel caso la Grecia, ha la sovranità e può fare quello che dici. Chiaro che è possibile che rinasca dalle ceneri, ma abbiamo precedenti di default ripetuti (Argentina) che fanno ritenere l’eventualità piuttosto fantascientifica.

Chiudo altrimenti Gad mi tira le orecchie :-D , ricordando che il grosso dei creditori della Grecia non sono stati o banche (entità astratte) ma cittadini come tanti che al proprio stato devolvono parte del reddito e nelle banche depositano i loro più o meno sudati risparmi.
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gadamer
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