da bracco75 il ven nov 18, 2016 2:31 pm
Voterò si. Nonostante una massiccia campagna di stampa e soprattutto di opinione che, invece, è per il no. Un pò come è accaduto nelle recentissime elezioni presidenziali statunitensi, in cui vi è stata una pressocchè unanime presa di posizione contro Trump, il quale, poi, ha stravinto. Un pò come accadde nel 1996, quando il Corriere della Sera, per la prima volta nella sua storia, si schierò contro Berlusconi ed a favore di Prodi (che vinse ma perì poco dopo). Il sentimento popolare e l'opinione dei media e della c.d. intellighentia non sempre, anzi quasi mai, vanno a braccetto. Fatta questa premessa, voterò si perchè la ritengo una riforma imperfetta e perfettibile, ma è pur sempre una riforma che:
1)abolirà un Ente inutilissimo come il CNEL e sopprimerà un pò di cadreghe;
2)ratificherà la soppressione delle Province, che è stata cosa buona e giusta;
3)sottrarrà alle Regioni l'autonomia di spesa in alcuni settori vitali dell'economia nazionale, e lo farà dopo un ventennio scarso di sedicente federalismo che ha creato solo danni, aumento della spesa pubblica, riduzione dei servizi, incremento della pressione fiscale, vincoli di spesa talvolta assurdi e restituirà la capacità imprenditoriale allo Stato. Beninteso, lo Stato, inteso come apparto burocratico, ha spesso dato prova in passato di essere un pessimo imprenditore, ma, visto ciò che hanno combinato le Regioni, in nome della loro pseudo autonomia, meglio che sia lo Stato, controllato dall'U.E., a sbagliare;
4)l'abolizione del bicameralismo perfetto: a cosa serve il Senato oggi? Proviamolo in una veste diversa, proviamo ad assistere ad un iter promulgativo di legge senza mille passaggi, lacci, lacciuoli, emendamenti, subemendamenti.
5)il rischio "dittatura": ma per cortesia! Con Berlusconi è stata la dittatura della gnocca, con Renzi della Leopolda (cliccate su google, vedete così era la Leopolda...): siamo seri, e lo dice un vecchio cuore reazionario. Oggi assistiamo ad un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo, questo è vero, che però godeva e probabilmente gode tutt'ora di un vastissimo consenso popolare e di un suffragio elettorale (mi riferisco alle ultime Europee) indiscutibile, che per la prima volta, invece di calarsi le braghe davanti alla Merkel o a Juncker, invece di assistere inerme al duetto ridente ed irridente tra Angelona e Monsieur Sarkozy, invece di accettare che un popolo che ha scritto la storia della civiltà fosse trattato da appestato, si è messo di traverso, e non ha votato il bilancio UE. Lo ha fatto con i suoi modi "bischeri", con il suo inglese stentato, con una certa arroganza tipica italiana: ma l'ha fatto.
E' facile dire: tutto va male, questa riforma è una vaccata. Probabilmente lo è, probabilmente non cambierà nulla, ma che vogliamo fare, un'altra bicamerale inutile presieduta da un altro grand commis di Stato, battezzata da Bruno Vespa e presentata da Barbara D'Urso?
Concludo riallacciandomi a quello che ha appena postato Dode: anch'io, pubblicamente su facebook, dopo aver letto e riletto pagine e pagine di inviti a votare no, peraltro provenienti da amici carissimi e di provata onestà ed argutezza intellettuale (magistrati, avvocati, giornalisti), ho scritto che forse forse avrei votato si, per spirito contrario. Ma voterò si perchè, tra tanti referendum inutili, questo forse è il primo, dai tempi di quello vinto (e poi sciupato) da Mariotto Segni, che può realmente incidere sul futuro del Paese.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà. W. Allen