Siman25 ha scritto:D'accordo con quello che hai detto, però io continuo a pensare che ci sono alcune ammonizioni chiare, da regolamento che non possono essere non date "nell'economia della gara". L'arbitro deve arbitrare decidendo sulla base di quello che capita, non perché vuole evitare il più possibile di ammonire. Sono d'accordo sull'impostare la soglia desiderata sugli interventi negligenti o imprudenti, nel senso che in certe situazioni "grigie" si può decidere sulla base delle necessità attuali di conduzione della gara. Ma le ammonizioni obbligatorie non possono essere risparmiate. Io quando gli osservatori entrano dicendo "hai fatto 8 gialli, sono tanti", da quel momento smetto di ascoltare perché mi rendo conto che ho davanti uno che capisce poco.
Hai ragione, penso che molto dipenda dal livello in cui si arbitra. Nella mia esperienza ho spesso sentito osservatori e ospiti di alto livello parlare di "balance": a me non piace bilanciare i provvedimenti disciplinari per distribuirli in numero equo tra le squadre. Seguire dogmaticamente questo principio significa non saper leggere e interpretare la gara ed il gioco delle squadre, però in Serie A e B (per non parlare delle competizioni europee) gli arbitri si prendono delle licenze per fare un disciplinare meno aderente al regolamento e più funzionale alla gara. Non so se sia giusto o sbagliato, ma di certo chi è impulsivo fatica a stare dietro a questo principio: in serie A ci sono arbitri che però sono penalizzati da una soglia disciplinare troppo fiscale.
Fermo restando che l'AE è il capo terna, non mi piace quando non vengono raccolti i suggerimenti degli AA che comunque a questi livelli sono formati per leggere correttamente un provvedimento disciplinare; tuttavia penso che negli ultimi anni si stia facendo realmente strada il concetto di squadra arbitrale e in generale l'arbitro è un pò meno individualista.