Res ipsa loquitur
è dalla notte dei tempi che noi arbitri si ricorre al cosiddetto "scavino" se mancano alcuni centimetri.
ora la cosa diverrà pressoché impossibile, con l'avvento dei terreni di gioco sintetici. ma si spera che, con tale avvento, gli ingegneri che omologano i campi siano solerti nelle misurazioni e precisi nei dettagli dacché si dovrebbe intendere che, in presenza di un terreno di gioco sintetico, non si dovrebbe più soffrire del cosiddetto effetto pioggia.
difatti, perché le porte sono spesso irregolari? per colpa delle piogge, che spostano materiale terroso e che con il tempo scavano solchi. va detto che per via dell'usura data dalla attività dei portieri nelle prossimità delle linee perimetrali (si tuffano, si gettano contro il pallone) e al "traffico" di calciatori che interviene in prossimità della linea che delimita la segnatura di una rete.
Tutto questo traffico, e l'azione di erosione del terreno delle piogge, fa divenire delle porte omologate correttamente, ad un certo punto visibilmente irregolari.
Ora si spera che con i terreni di gioco sintetici questo problema andrà a scemare ma ... nei terreni naturali ... il problema permarrà sempre.
E scavare, è l'unica alternativa.
Credo che il CONI abbia tenuto conto degli usi e delle consuetudini nella propria sentenza. Ma non ne ho contezza perché non ho letto la sentenza stessa.
Quel che deve interessare noi è, in chiave formativa per i ragazzi ... è che in questi casi non devono balbettare o mostrarsi timorosi. Se mancano "pochi" centimetri ... e la riserva è presentata neo dovuti modi (prima dell'inizio della gara, in forma scritta, firmata da capitano e dirigente accompagnatore ufficiale, ecc) si scava. Punto.
La giurisprudenza è dalla nostra, con buona pace del Varese, del Roccacannuccia di Sotto ... e della ValBrembillese di Tucampacavallo al colle!