marblearch ha scritto:Premetto ovviamente che non mi riferisco al caso in questione; la solidarietà a quel ragazzo è patrimonio, scontato e doveroso, di ognuno di noi. Quindi colgo lo spunto solamente dalle dichiarazioni lette del Presidente della Società, senza ovviamente riferirmi al caso in questione o a nessuna altro caso di violenza sui nostri ragazzi.
Leggo le dichiarazioni di quel Presidente di Società e non sono del tutto astruse ; non sarebbe nemmeno da ribadire, ma l'atto di violenza va sempre condannato, "senza se senza ma" e lui peraltro in modo netto lo fa. Non mi piace quel sottolineare che gli arbitri devono imparare a comunicare, gli arbitri di solito sono "aggrediti" in campo e la comunicazione dovrebbero impararla per primi i calciatori. Come non mi piace la generalizzazione e parlare per "categorie": i comportamenti sono sempre individuali.
sono parzialmente d'accordo con te: non voglio fare il processo alle intenzioni, ma tutta la spatafiata del presidente ha un retrogusto ipocrita. Condanno la violenza, però... no non ci sono però. Avrebbe dovuto fermarsi alla prima parte. Tutta la storia della presunta arroganza degli arbitri (e come giustamente dici tu, lui fa una generalizzazione inaccettabile, non esistono le categorie, ma le persone) sembra posta quasi a giustificazione: "la violenza è bruttissima, certo se gli arbitri fossero più docili non sarebbero picchiati" (le molestie sono sbagliate, però anche tu sempre la camicia scollata devi mettere?)
marblearch ha scritto: Rimane tuttavia il fatto che noi arbitri non siamo tutti uguali, per cui nulla può escludere che vi siano arbitri aggressivi e maleducati. E personalmente ne ho trovati, arroganti e sgradevoli. Starebbe ai Presidenti, agli OT, agli OA capirlo ed allontanarli. Noi chiediamo correttamente il rispetto "dell'autorità arbitrale", ma chi non è capace di garantire quel rispetto che chiede, non può far parte del nostro mondo. Se un giocatore da un cazzotto ad un altro giocatore prende qualche turno, se lo da ad un arbitro qualche anno . Questo perché , per la Legge, siamo l'Autorità in campo, siamo qualcosa "di più e meglio". Quello che noi refertiamo è Legge, nessuno lo mette mai in discussione. La norma che ci tutela non può essere però a tutela degli arroganti e dei maleducati ( e purtroppo anche, è successo, dei mistificatori degli accadimenti).
è vero, ci sono un sacco di arroganti e di incapaci tra gli arbitri. Quello che però il presidente dimentica (e mi sorprende visto che afferma di essere stato arbitro) è che l'AIA lavora tutta la settimana per cercare di dare un buon prodotto la domenica. Le sezioni fanno un sacco di formazione sugli arbitri, viene impegnato tempo per farli crescere. Quando vedo un ragazzo autoritario, in fase di colloquio glielo dico. E comunque se le squadre pretendono rispetto, iniziassero a darlo. Meno aggressioni verbali per delle stupidaggini (a volte vedo polemiche infinite per una rimessa laterale invertita).
marblearch ha scritto: Altra cosa che condivido delle riflessioni di quel Presidente è che la si deve smettere con quel retropensiero per cui "ci devono ringraziare"; perché facciamo sacrifici, lasciamo le moglie e le fidanzate a casa, impieghiamo tempo per i raduni, le RTO, gli allenamenti e pure ringraziamo gli OA che devono anche fare le relazioni e già che ci siamo anche i Presidenti che fanno tanti sacrifici. Arbitrare è un hobby; arbitrare è un piacere; nessuno obbliga nessuno a fare qualcosa, arbitrare non è un 'azione filantropica. Questo vuol dire che se non mi piace più, se non mi diverto più, se tutto mi è pesante ( e vale per l'ultimo degli arbitrini , al primo dei Presidenti di Sezione) dico "ciao" e faccio altro. Che poi sta cosa del ringraziamento sottintende anche una giudizio assai sgradevole nei nostri confronti, un boomerang direi, "...perché in fin dei conti, gli arbitri sono un male necessario, senza di loro non si gioca....". Sentita molte volte tra dirigenti di Società e che mi pare una cosa davvero schifosa ( definirci un male necessario...).
Sta al Management, ai Dirigenti Tecnici ed Associativi ad ogni livello, rendere l'attività gestibile, senza chiedere troppo ( ad eccezione di quello professionistico di A e B he lo fanno per lavoro), mentre mi pare che da qualche anno stiamo chiedendo troppo ad un intero mondo che è fatti di dilettanti ( ma il discorso è lungo e non va bene fatto qui) che non regge certi ritmi, certi carichi , certe responsabilità, certi esborsi economici.
Ma in campo si va perchè ci piace ! Nessuno ci deve dire grazie: senza di noi non si gioca, senza i calciatori non si arbitra.
Il nostro Mondo vive molto di questa retorica del "ringraziamento" (attendiamo che ci ringrazino gli altri, spesso ci ringraziamo fra di noi).
Su questa cosa del ringraziare mi ricordo che avevamo già discusso altrove. Non sono d'accordo con te, o meglio, io non voglio essere ringraziato perché la domenica vado a svolgere un hobby, ma nemmeno voglio che mi rompano le palle o peggio ancora che mi menino. E' vero l'arbitraggio è un hobby, ma è l'unico hobby che ha come rischio correlato di farsi prendere a schiaffi da un idiota.