Pugni all'arbitro, confessa per salvare il capitano:
squalificato fino al 25 novembre 2011
ROMA (1 febbraio) - Non ce l'ha fatta a resistere ai sensi di colpa ed ha scagionato il capitano della sua squadra per amor di sport, quello pulito. Succede nel campionato di calcio minore, quello della terza categoria provinciale di Chieti, dove si guadagna niente, ma si ricorda cos'è l'onore.
I fatti - Il 23 novembre scorso durante la partita Arcobaleno Frisa-Treglio l'arbitro viene colpito alla schiena con un pugno che provoca lesioni alla dorsale sinistra guaribili in tre giorni. L'aggressore non viene individuato e il capitano dell'Arcobaleno rischia la squalifica. Ma il colpevole, Fabrizio D'Antuoni, decide di confessare per salvare il suo capitano, Giorgio Miraglio.
La pena - Fabrizio, residente a Lanciano e originario della Campania, è stato squalificato dal giudice sportivo fino al 25 novembre 2011 anche se il suo avvocato, Luigi Toppeta, spera in una riduzione della pena «eccessivamente alta – spiega l'avvocato - anche in considerazione dell'atto di onestà dimostrato dal calciatore »
La difesa - Dopotutto D'Antouni si è difeso «affermando di aver solo dato una piccola spinta all'arbitro – continua l'avvocato - ma di non aver mai pensato di volergli procurare intenzionalmente un danno».
Da Il Messaggero del 1 febbraio 2008
bella vicenda umana da una parte, dall'altra resta sempre un'intollerabile aggressione a un nostro collega.