da liberaia il sab mag 18, 2024 9:48 am
Arbitri e Figc, guerra sulla riforma voto. L’Aia smaschera il disegno di Gravina e Viglione: “Vogliono riscrivere le nostre regole”
MICHELE SPIEZIA
18 MAGGIO 2024
Oggi prima riunione della commissione istituita da Pacifici per contrastare il piano federale, nel parere dei legali bordate alla proposta federale. Il Comitato Nazionale si ricompatta, disgelo tra Pacifici e Trentalange
Un’imposizione più che un’indicazione. Anzi, un intervento a piedi uniti che inciderebbe a livello normativo pur senza averne né crismi né legittimità e che riguarderebbe il regolamento dell’Aia (Associazione italiana arbitri) e non sarebbe invece – come pure è stato fatto passare – un semplice adeguamento dettato dalle modifiche stabilite e approvate dal Coni, peraltro ritenute marginali. Ancor di più, una scusa, un pretesto, insomma una specie di cavallo di Troia col quale penetrare nel perimetro arbitrale senza lasciare prigionieri, bonificare tutto il terreno e piantarvi un nuovo seme: per i vertici Aia (dal presidente Pacifici al Comitato Nazionale) e per gran parte della base, sarebbe questo il disegno del presidente Figc Gabriele Gravina e del capo dell’ufficio giuridico federale Giancarlo Viglione, pensieri rinforzatisi dall’esame di alcuni qualificati pareri legali che avrebbero svelato i veri scopi degli intenti federali. Un’operazione celata dal congelamento delle procedure elettorali, giustificate con la strombazzata necessità di adeguare lo statuto. Invece la necessità di riformare e rifondare un’Aia diventata ingestibile, divisa e velenosa, darle una diversa guida e debellare il progetto di autonomia dalla Figc coltivato da una parte del gruppo dirigente, quello guidato dall’ex presidente Trentalange e dal suo ex vice Baglioni che negli ultimi tempi ha raccolto consensi, un progetto di autonomia ben visto e caldeggiato dalla Lega serie A (e non solo) che l’ha infatti messo tra i punti riformatori del calcio italiano: questo filtra dall’Aia. Gravina vi avrebbe scorto l’ennesimo affronto della coppia nemica Lotito–De Laurentiis, e per questo avrebbe provato ad accelerare il processo.
Lo scontro e il disegno. Come? Con un intervento maldestro, uno sconfinamento, un’indebita e ingiustificata intromissione federale nelle vicende politiche, gestionali e regolamentari Aia: almeno è questo il pensiero che circola dentro (quasi) tutta l’associazione italiana arbitri che, messa spalle al muro, ha ritrovato unità e compattezza, decisa com’è a far valere le proprie ragioni contro un avversario che molti dirigenti arbitrali considerano diventato un pericoloso nemico. Più che una richiesta di adeguare i principi informatori dei regolamenti Aia in base alle modifiche dei principi fondamentali degli Statuti delle federazioni deliberate a febbraio dal Coni, sarebbe un’imposizione, una pesante intromissione, un’ingiustificata richiesta, perché la modifica delle procedure elettorali con l’introduzione del suffragio universale, la durata biennale degli organi tecnici nazionali e altre questioni, sarebbero dovute passare col voto in consiglio federale lo scorso martedì. Una vera e propria rivoluzione presentata all’insaputa – almeno così si è difeso Pacifici – del presidente Aia e dunque dell’Associazione, proposte inviate dalla Figc all’Aia sabato 11 maggio, tre giorni prima cioè della riunione federale. Dietro la levata di scudi interna che ha preso i caratteri della quasi sommossa, il consiglio federale all’unanimità ha rinviato il voto sulla specifica questione.
Tempi diversi. Un rinvio sine die, secondo una nota firmata a caldo da Pacifici: “Il consiglio federale ha deliberato all’unanimità il rinvio a data da destinarsi delle modifiche riguardanti i principi Informatori del Regolamento Aia lasciando all’Aia, ai suoi vertici, il compito di trovare al suo interno la definizione di un documento condiviso nel rispetto dei principi informatori del Coni da presentare nei prossimi consigli federali”. Invece un rinvio brevissimo, secondo Gravina: «Pacifici ha chiesto un rinvio perché vuole affrontare il tema all’interno dell’Aia. Tempo concesso, ma non c’è voglia di tornare indietro su principi che sono di ampia democrazia, che hanno un obiettivo: eliminare conflitto di interesse in sede di elezione Aia. Sui tempi vogliamo affrontare il tutto in tempi rapidi. Ho chiesto a Pacifici di vederci nei prossimi giorni, ma prima hanno bisogno di vedersi loro all’interno».
Commissione al lavoro. Oggi alle ore 13 si terrà la prima riunione della commissione Aia che dovrà studiare la spinosa questione dell’adeguamento del regolamento associativo e presentare una controproposta alla Figc: il Comitato nazionale ha accolto all’unanimità la proposta di Pacifici e deciso per la composizione della “squadra”, formata dai venti rappresentanti delle consulte regionali, dal responsabile della “Commissione Esperti Legali” Valerio Di Stasio, e dai componenti del Comitato nazionale Alberto Zaroli, Riccardo Camiciottoli e Antonio Zappi. Gli ultimi tre plasticamente e paradossalmente rappresentano la spaccatura e la (ritrovata) unità nel segno della guerra al nemico: Zaroli è il vice di Pacifici, Camiciottoli rappresenta l’ala Trentalange, Zappi è uno dei due esponenti del terzo polo. L’esame partirà dal parere legale fornito dalla commissione “Esperti legali”: un parere di parte certo, ma nel quale sono contenuti punti che non lascerebbero spazio a interpretazioni seguendo invece un filo normativo definito. Non avrà molto tempo a disposizione la Commissione per mettere a punto un documento, perché Gravina vuole che tutto si definisca entro i primi di giugno, almeno per quanto riguarda i principi che incidono sul voto (quello presidenziale, quello dei comitati e delle sezioni) e che l’intero impianto venga poi adeguato entro fine agosto.
Principi o norme? La domanda di fondo resta questa. Si tratta davvero di adeguare i principi informatori dei regolamenti Aia in base alle modifiche dei principi fondamentali degli Statuti delle federazioni deliberate a febbraio dal Coni, oppure bisogna lasciare che una mano esterna – in questo caso quella della Figc che si fa forza di quella del Coni – riscriva le norme del regolamento Aia? Al dilemma ha provato a dare risposte il parere legale fornito dalla commissione “Esperti legali”, un documento blindatissimo dal quale però emergerebbero con chiarezza alcuni punti. Ad esempio, verrebbero eliminate la sfera e il potere discrezionale dell’Aia, “costretta” a recepire un’invasiva riscrittura delle norme e del regolamento, non invece invitata a un mero adeguamento. Un obbligo, non una richiesta. Ad esempio, per l’articolo 4, quello più discusso, cioè quello sul modello e sulle procedure elettorali; rappresenterebbe uno sconfinamento nell’esercizio del potere normativo: dal sistema che prevede il voto di tutti gli ufficiali di gara maggiorenni ( e con questo si escluderebbero però gli osservatori arbitrali, gli arbitri e i dirigenti benemeriti, tutti comunque soggetti dell’Associazione), all’elezione dei sette componenti del Comitato, alle procedure e ai quorum elettorali. Eppure l’elezione frutto del voto dei delegati territoriali è espressamente prevista dall’articolo 6 dei Principi Coni 2024. Non solo. Al voto sono da poco andate l’associazione italiana calciatori (Aic) e quella allenatori (Aiac), entrambe hanno rappresentanza e peso federale (tra l’altro, più del 2% dell’Aia) e la Figc non ha disposto nulla, anzi osservando come si trattasse sostanzialmente di associazioni sindacali grazie al parere fornito dal Coni. Secondo Gravina, il voto espresso con il suffragio conferirebbe un alto e maggiore tasso di democraticità: c’è però il caso della Lega Nazionale Dilettanti (quella che ha il maggior peso federale elettorale, il 34%….) che vota il suo presidente e i suoi delegati con l’analogo sistema elettorale attualmente in vigore nell’Aia. E ancora. Alla necessità di adeguamento dei principi informatori ai Principi fondamentali degli Statuti approvati dal Coni a febbraio 2024 l’Aia dovrebbe “sottomettersi” se vi fossero marcate, significative e sostanziali differenze rispetto a quelli del 2018 che inciderebbero nel proprio regolamento elettorale: da un primo esame comparativo, le variazioni risulterebbero minime, e non tali da giustificare un intervento che sarebbe invece profondamente invasivo, una riscrittura delle regole cioè giustificata con l’adeguamento ai principi informatori.
Pace sì, ma fino a quando? Se il braccio di ferro dovesse durare, e se non si trovasse una strada condivisa, l’Aia è pronta a costituirsi in giudizio, innanzitutto presentandosi davanti alla sezione Disciplinare del Tribunale Federale Nazionale. Intanto, mentre Figc e Aia si guardano bellicose e sospette, l’Aia si (ri)compatta nel segno del nemico. Nel Comitato nazionale dopo il consiglio federale Pacifici ha fatto appello all’unità associativa «in un momento in cui l’Associazione sta vivendo un momento di grande difficoltà a causa di chi da fuori vorrebbe riscriverci le regole». Pensiero condiviso da tutti con un applauso scrosciante, cui è seguito l’intervento del veneto Antonio Zappi, l’esponente del terzo polo che sta svolgendo un’operazione da pontiere: la Figc non è il nemico, bisogna essere uniti certo ma anche riflettere sulle ragioni che ci hanno portato a continue e dolorose divisioni e fatto arrivare a questo punto di non ritorno. Più che un attacco ai 4 della (ex minoranza) e un segnale chiaro di indisponibilità alla belligeranza verso via Allegri, nelle parole di Zappi più di qualcuno ha intravisto un attacco al vice presidente Zaroli, ritenuto da tanti come l’elemento più divisivo del Comitato Nazionale e causa generatrice della conflittualità interna. Sul tavolo Aia restano domande ancora inevase. Ritrovata l’unità, fino a quando durerà? E a quale prezzo? E a tutti i costi? Si è di fronte a un’unità solo istituzionale, oppure si registra un completo cambio di strategia politica del duo Pacifici-Zaroli che, dopo aver compreso di non avere più la risicata maggioranza (Zappi e Affinito), si muove nella direzione del “nemico” interno (il gruppo Trentalange formato da Senesi, Marconi, Mazzaferro e Camiciottoli), almeno così definito fino a qualche giorno fa, per tirare a campare almeno fino alle nuove elezioni? Un qualificato esponente del settore arbitrale, uno di quelli che ne ha viste di cotte e di crude, infiocchetta così la situazione: “L’operazione di Gravina e Viglione ha per il momento raggiunto un solo e involontario risultato: ha fatto ricompattare tutta l’Aia”.
Prove di unione: tagli di nastro e strette di mano. Non basteranno a sciogliere i quesiti, ma alcuni recentissimi episodi vanno in questa direzione. Poche ore dopo il Comitato nazionale, è stata la leader del gruppo Trentalange, Katia Senesi, ad avere l’onore del taglio del nastro nel corso dell’inaugurazione della nuove sede Aia a Latina: era presente anche il romano Pacifici, presidente nazionale Aia che la settimana scorsa a Torino, nel corso dell’assegnazione del premio “Colosimo” (giovane arbitro tragicamente deceduto anni fa) attribuito a Marchetti, ha calorosamente incontrato e lungamente parlato con Alfredo Trentalange. Nei prossimi quindici giorni la nuova Commissione conta di definire il documento da presentare alla Figc: si andrà verso la mediazione o verso la rottura, a un mese dalla delicata definizione dei nuovi quadri arbitrali? Sarà comunque ancora Gianluca Rocchi a stilare la classifica dei confermati, dei dismessi e dei promossi, incurante (anche) del grido rabbioso (“Dov’è Rocchi?”) di Allegri in Coppa Italia. Per le alte sfere federali, sarebbe lui il candidato più autorevole alla presidenza (con le nuove regole) degli arbitri italiani mentre Orsato, come previsto, ha annunciato l’addio a fine stagione. Anche lui resta tra i papabili del nuovo corso federale, magari come designatore oppure come presidente del settore tecnico. «Basta, mi dedicherò solo alla famiglia», ha detto. Eppure c’è chi giura che potrebbe accettare il ruolo di designatore alla Can C…