da Observer il sab giu 12, 2021 2:48 pm
Sembra quasi che aver sostenuto "Alfredo" come alcuni lo chiamano tra virgolette, sia un reato.
Sembra quasi come se non fosse giusto, lecito, e finanche doveroso avere delle opinioni, scegliere, sperare.
Chi come me ha sostenuto Alfredo in campagna elettorale lo ha fatto partendo da una considerazione che trae origine da una citazione di Matrix:
"Tu sai perfettamente dove porta quella strada, e io so che non è qui che tu vuoi stare"
Rivendico la scelta di aver appoggiato un cambiamento. Ci credevo, tantissimo.
Ci spero, ancora.
Molte decisioni prese mi portano a credere che il cambiamento tra vecchio e nuovo gruppo dirigente non sia stato indolore, ne concordato. Mi sembra che il nuovo gruppo dirigente paghi alcune leggerezze dovute a inesperienza, ma che soprattutto non abbia capito una cosa importante e fondamentale, in discontinuità con chi li ha preceduti ovvero:
"non promettere, se non sei sicuro di poter poi mantenere".
Come dicevo prima, quindi, coloro che hanno sostenuto Alfredo non si nascondono, perché non hanno fatto nulla di male.
Tanti di loro non frequentano più questo postribolo virtuale, perché a differenza mia che non svolgo incarichi in Associazione, adesso sono troppo impegnati a "fare" cose e non hanno più tempo per "campagna elettorale".
Ricordo a tutti, invero, che a memoria mia nessuno si è mai trovato a dover gestire contemporaneamente tutti i casini e tutti i macelli che sta gestendo il gruppo di Alfredo. A partire dalla questione di Minelli e di Baroni, tanto per iniziare. Gestita malissimo. Continuando con un Comitato Nazionale sotto accusa per poco chiare situazioni di verbali (sempre connesso alla questione appena citata). E per finire, tanto per non farci mancar niente, un altro grosso problema mediatico di 7 colleghi che sono accusati, a vario titolo, di aver gestito con discutibile oculatezza i rimborsi spese.
Questioni di cui nessuno parla.
Questioni che nessuno ha mai gestito in precedenza, e che in parte vanno ascritte a merito di questo gruppo dirigente, perché la questione relativa ai 7 Colleghi la ha segnalata AIA Nazionale. Fermo restando la cautela di questi casi, e la presunzione indubbia di innocenza.
Questi problemi, che definirei di non facile gestione, vanno poi a assommarsi a cambiamenti regolamentari che definire epocali è riduttivo.
Questo sta creando un "corto circuito" normativo - tecnico - gestionale - legale nel quale state certi che chiunque verrà dismesso il 30 giugno si infilerà.
Trovare una soluzione concordata e unanime alla questione di Minelli e di Baroni non era solo necessario per una ovvia questione di equità verso i due Colleghi. E' anche necessario in quanto da oggi in poi, state certi che con il casino di regolamenti cambiati, emendati, rimandati, inattuati, derogati, chiunque verrà dismesso dalla CAN arriverà a una causa legale.
E guardate che non è vero che la precedente gestione era più capace di gestire le cose. Il caso Greco ce lo racconta.
La grande verità è che a una certa, come racconta nel suo libro Gavillucci (forse sperando nella nuova AIA) ha smesso di combattere in tribunale. Ma se avesse continuato, non sono assolutamente convinto che sarebbe stata una vittoria facile per l'Associazione.
Come non sarà facile, per chiunque verrà, vista la tonnellata di precedenti giurisprudenzali. E ne basta uno solo a favore dei ricorrenti, per far cadere il castello di Camelot.
Per questo, occorreva mettere mano alla contrattualistica dei ragazzi. Per questo occorrerà trovare dei meccanismi di specchiata eguaglianza nella valutazione con criteri oggettivi.
Perché a nessun professionista impegnato in una professione, come i nostri Arbitri CAN, può essere negato di potersi rivolgere al giudice del lavoro.
Mica siamo nella Romania di Ceaucescu .....
E dai e dai ... prima o poi qualcuno la vince!
Per questo sono speranzoso, e preoccupato per la sorte dell'Associazione di cui (ancora oggi) mi onoro di far parte.
E' assurdo dividere le persone in buoni o cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.
(O. Wilde)