Trentalange apre «Presto una donna dirigerà in Serie A. Serve comunicare»
Il presidente dell'Associazione assicura «Non ci sarà ancora molto da attendere».
La presentazione del nuovo logo ma anche l'idea, cercata e voluta, che si possa andare ancora oltre. Sempre. Durante la tre giorni che ha abbracciato l'anniversario dei 110 anni dell'Associazione Arbitri (fu fondata il 27 agosto del 1911 a Milano in una saletta del ristorante "Orologio") il presidente dell'AIA Alfredo Trentalange ha voluto considerare aspetti futuribili: nel breve e nel lungo. Uno di questi è legato alla possibilità di vedere un arbitro donna dirigere una gara in Serie A. «E' un auspicio - racconta il n°1 - e un progetto che ho e abbiamo da quando sono stato eletto». E si parte da qui. Tempistiche Chiaro che in tanti si chiedono chi sarà la Prescelta o addirittura quando succederà: l'esempio di Stéphanie Frappart ha lasciato un bel segno e lanciato un bel segnale nel mondo del calcio. «E' inevitabile al momento dire che non ci sono né nomi né date precise - aggiunge Trentalange - ma è comunque assodato che Katia Senesi sta facendo un grande lavoro. Poi è naturale che spetterà agli organi tecnici far rispettare i temi meritocratici». Detto che Katia Senesi, recanatese, è entrata nel Comitato nazionale dell'Associazione arbitri nel febbraio scorso, ecco che i due nomi presenti nella CAN-C sono Maria Marotta della sezione di Sapri che l'anno scorso ha raggiunto il traguardo di dirigere una partita di Serie B (Reggina - Frosinone) e Maria Sole Ferreri Caputi della sezione di Livorno. «Ma credo non ci sarà più tanto da aspettare - aggiunge Trentalange all'agenzia Ansa a margine della presentazione citando poi Ghandi -. Stiamo investendo sugli strumenti perché tutti abbiano le stesse opportunità. Una ricerca maggiore sulle problematicità che sono principalmente quelle atletiche, con preparatori che conoscano esigenze e stili di allenamento diversi. Vogliamo dare le stesse opportunità. Gandhi diceva "Prima non ti considerano, poi di deridono, poi ti combattono, poi vinci". Io credo in questo».
Non presuntuoso
Un altro tema messo in luce è quello della comunicazione. «L’arbitro del futuro - continua - deve essere un ricercatore e non un presuntuoso e parlare la stessa lingua delle altre componenti. E’ necessario costruire ponti, un linguaggio tecnico ed etico. L’AIA futura deve necessariamente aprirsi».
Comunicare
In futuro potrebbe esserci quindi una maggior predisposizione nel mettersi a disposizione per spiegare le proprie decisioni prese in campo. «Si può arrivare, ci abbiamo provato. Siamo molto bravi ad arbitrare, un po’ meno a comunicare – continua Trentalange – . Perché si possa fare questo ci devono essere però i presupposti. Il canale di comunicazione non può essere a intermittenza, non può essere solo su ciò che divide, non si può fare troppa dietrologia. Se vogliamo fare cultura sul fair play e sull’etica, dobbiamo tutti sforzarci di comprendere l’altro. La comunicazione deve partire dai punti di forza che non possono essere solo gli errori che umanizzano l’arbitro, ma dietro il lavoro dei fischietti c’è molto altro. Valori che vanno promossi e condivisi». Un cenno sulla prima giornata («Credo sia andata abbastanza bene, stiamo puntando sui giovani stiamo cercando di rinnovare una classe arbitrale che ha dato tantissimo e che ha bisogno di rinnovarsi») mentre è in corso la seconda. Poi, una curiosità: fra i 110 ragazzi aspiranti arbitri presenti alla celebrazione, si sono viste molte ragazze. Molte Bel segnale.
Fonte:
La Gazzetta dello Sport del 28/08/2021, pag. 39