Essere uno dei migliori arbitri della Premier League significa avere parecchio da raccontare. E non sorprende dunque che Mark Clattenburg, ex decano dei fischietti di Sua Maestà, abbia addirittura deciso di scrivere un libro al riguardo. “Whistle blower” è appena uscito e già nel Regno Unito non si fa altro che parlare delle tante rivelazioni dell’ex arbitro. Che nelle sue memorie calcistiche, riportate dal Daily Mail, coinvolge parecchi tecnici con cui ha avuto a a che fare in maniera più o meno…serena.
SIR ALEX - A partire ovviamente da Sir Alex Ferguson, uno che faceva paura persino…alla polizia. “Una volta accusava il Bolton di aver giocato troppo duro e se l’è presa con me. Non si fermava e alla fine l’ho espulso. Oddio, ho appena espulso Fergie. Tremavo, ero un giovane arbitro trentaduenne che cercava di trovare il suo posto in Premier, per andare contro a Sir Alex dovevo essere sicuro di avere tutte le ragioni del mondo. Fuori dagli spogliatoi dello United c’era una poliziotta, le dico ‘puoi controllare che Sir Alex non torni sul terreno di gioco nel secondo tempo?’. E lei risponde: ‘No no, io non lo faccio! Perché devo farlo io?’. ‘Perché sei la polizia!’. Ma tremava esattamente come me e non sapeva cosa fare. Ecco quale era il potere di Ferguson. Persino i poliziotti erano spaventati da lui”.
MOU - Un altro con cui è meglio non discutere troppo è Josè Mourinho. Ma anche con lui Clattenburg ha avuto un incontro ravvicinato. Anzi, anche troppo. Lo United pareggia contro lo Stoke e il portoghese va nello spogliatoio dell’arbitro, lamentandosi di un fallo di mano di Shawcross. E il fischietto inglese…non la prende bene. “Continuava a parlare senza sosta, ma non puoi stare zitto? Ho preso uno scarpino e l’ho tirato sulla parete accanto a lui. ‘Fuori dal mio spogliatoio! Vattene!’. Mourinho si è bloccato, non sapeva che dire. Avevo perso la pazienza con lui, non me ne fregava più niente, non potevo più sopportare i suoi giochetti. Mentre guidavo verso casa pensavo sempre all’azione di Shawcross, l’ho vista in TV e avevo ragione io, il pallone gli era finito sul petto. E allora perché Mourinho era venuto a fare quella scena con me? Sono andato a dormire e sentivo di averne abbastanza. ‘Sai che c’è, non ce la faccio più a stare dietro a tutti questi idioti’”. E chissà quante ne avrà ancora da raccontare il fischietto…
fonte: gazzetta.it