fradi ha scritto:marblearch ha scritto:Se un uomo vuole stare con un altro uomo, perchè dirlo? Sono affari suoi. Ci sono uomini che stanno con due donne e non dicono di essere bigami nè le donne di essere cornute. Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. Risponde solo a se stesso e a chi interessa a lui. Non al mondo. Notizie, sinceramente, del tutto inutili e io non mi presterei a raccontare la mia vita ad altri.
Non ho capito perchè fai il il paragone tra un uomo che sta con un altro uomo e un bigamo o una cornuta? ma forse ho compreso male io. Tutti gli uomini raccontano delle loro fidanzati o mogli e mi sembra naturale che questo arbitro faccia lo stesso riferendosi al suo compagno.
Permettetemi di portarvi la mia esperienza di vita.
Quando un giovane viene a conoscenza della sua “diversità” inizialmente ha paura. Tutti hanno paura, almeno quelli della mia età. Parlo di concetti come normalità e diversità, perchè sono elementi sociologici inseriti e insiti nella nostra società e nella nostra cultura.
Tutti noi (o quasi tutti) veniamo da famiglie tradizionali. I modelli sociali fino a qualche anno orsono erano esclusivamente patriarcali e tradizionalmente familistici. Non esisteva nella nostra società la possibilità di affermare “modelli” familiari diversi da quello tradizionale.
E in questo, anche per la concomitanza della presenza dell’Headquarter della CCAR in Roma, è facilmente spiegabile. Del resto, non si dice che Roma è la culla della cristianità?
Orbene, essere omosessuale, o come si dice oggi nella revenche queer essere LGBTQI e tante altre lettere dell’alfabeto che non conosco e che faccio fatica a procunciare, non ha che una minima attinenza con i gusti le scelte e gli atti sessuali dell’individuo.
Oggi “essere” orgogliosamente LGBTecc ecc significa aderire a un modello socioligico e culturale “alternativo” al modello dominante. Ne migliore ne peggiore, perchè io sono fortemente convinto che nessuno “diventi” gay o lesbica. Ognuno è come è, ed è come la natura e il libero arbitrio hanno voluto che sia.
Però:
- un conto è prednerne coscienza;
- un altro conto è affermarlo a se stesso;
- un altro conto ancora è accettarsi;
- un altro conto ancora è affermare se stessi all’esterno della propria confort zone.
Quando ero giovane io, certe scelte si facevano di nascosto, perchè eravamo intrisi di omofobia interiorizzata fino alla cima del capelli. I gay per primi, i quali accettavano la orribile definizione di libertà nei confini della propria camera da letto, perchè quello che si fa è una cosa privata.
E invece no. Ciò che si è, è una scelta pubblica e una scelta politica e sociologica.
Una famiglia LGBT ha tutto il diritto di essere considerata una famiglia, al pari di ogni altra famiglia che concorre a formare il tessuto sociale della nostra Società.
E questo con il sesso, non ha nulla a che spartire.
Scusate il pippotto da vecchio attivista gay. La chiudo qui!