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Come spunto di riflessione, al fine di capire fin quanto è assurda la sentenza di Carboni, vorrei ricordare che nel 2019 la partita del cuore della Nazionale cantanti è stata arbitrata da Rizzoli, che aveva smesso di arbitrare due anni prima, con assistenti Faverani (50 anni e componente commissione CAN Pro) e Di Fiore (all’epoca componente CAN/B). Tutti, quindi, non più in attività ma con ruoli dirigenziali. Avevano tutti fatto il CM per attività agonistica esclusivamente per quella gara ? Io non lo penso e se, come credo, ho ragione, per gli stessi motivi esposti nella sentenza di Carboni andavano tutti e tre sospesi……!

luponero ha scritto:Come spunto di riflessione, al fine di capire fin quanto è assurda la sentenza di Carboni, vorrei ricordare che nel 2019 la partita del cuore della Nazionale cantanti è stata arbitrata da Rizzoli, che aveva smesso di arbitrare due anni prima, con assistenti Faverani (50 anni e componente commissione CAN Pro) e Di Fiore (all’epoca componente CAN/B). Tutti, quindi, non più in attività ma con ruoli dirigenziali. Avevano tutti fatto il CM per attività agonistica esclusivamente per quella gara ? Io non lo penso e se, come credo, ho ragione, per gli stessi motivi esposti nella sentenza di Carboni andavano tutti e tre sospesi……!

Questo è il problema: si parla senza sapere.
Secondo me ce l'avevano invece: prove? Nessuna.

Doraemon, io ho lanciato uno spunto di riflessione, poi tu sei libero di fare difese “politiche” ad oltranza. Ma i fatti sono sotto l’evidenza di tutti ed adesso anche all’attenzione del Presidente Gravina. Vedremo…..

No, no, alt, non sono "difese politiche", non risolviamola buttandola in tribuna.

Partiamo dall'inizio, dal mio primo intervento (è il secondo del thread, a pagina 1).

Doraemon ha scritto:Attenderei le motivazioni, soprattutto per la dosimetria sanzionatoria, che appare folle SE le cose stanno come scritto nell'articolo.
Visto che ai giornali credo poco, non mi stupirei se, nella redazione dell'articolo, fossero stati taciuti eventuali altri "dettagli".

Nutrivo dubbi sulla dosimetria, a leggere l'articolo riportato.
E li confermerei, se le cose stessero come nell'articolo.

Ma, come già esprimevo, le cose non stanno così, sic et simpliciter.
La violazione è ben diversa e soprattutto non consiste nella direzione della gara tout court: non capire questo, o metterlo in secondo piano, è deleterio per la discussione.

Tirare fuori paragoni insensati con altri protagonisti (a proposito, perchè Rizzoli non dovrebbe avere il CM anche se ha smesso di fischiare? Io stesso sono OA ma faccio il certificato medico agonistico perchè penso che un controllo all'anno sia un ottimo investimento per la salute) non rinforza la tesi, anzi.

Hai ragione, i fatti sono sotto l'evidenza di tutti, e non coincidono di certo con l'articolo di giornale. Poi possiamo continuare a parlare di dosimetria, ma non riconoscere la clamorosa differenza tra i contenuti dell'articolo e della delibera mi pare incredibile.

A me pare che sia tutto discutibile ma certamente per nulla assurdo o campato per aria.
Designare gente senza certificato medico e over 50 non ha scusanti.
Alla partita del cuore 2019, svoltasi a maggio, Faverani non aveva compiuto 50anni.

Come volevasi dimostrare... articolo fazioso.
Designate ben 3 persone per nome e per conto dell'AIA senza certificato medico.
Questo è quanto. E chi non ha presente la gravità della cosa dovrebbe fare una bella riflessione.

Signori senza dietrologie, il succo è questo: chi ha diretto lo ha fatto - secondo ciò che si legge in sentenza - senza essere munito di regolare idoneità fisica. E se durante il match avesse avuto un infarto? Immaginate soltanto cosa possa voler dire, prima di parlare di "gombloddi". Ps: sulla direzione di Rizzoli alla partita del cuore, nulla so. Immagino avesse l'idoneità, se così non fosse sarebbe gravissimo. Ma queste sono solo illazioni. I fatti di Foggia no.

Bravo Carboni. Su certi argomenti è bene essere intransigenti.

Il sonno della ragione ha generato mostri. Quelli che si sono recati su questo forum, subito dopo lo strepito creato da un pronunciamento inaudito, a tentare di bloccare l’assalto alla diligenza. Quelli che, ansimanti, cercano di legittimare parole insensate scritte su carta. Su di una carta che, prima dell’intestazione associativa, ne riporta una federale: quelle sentenze, insensate, sconnesse, distoniche, dissennate, sono emesse nel nome della Federazione. La stessa Federazione i cui regolamenti e i cui principi giustiziali sono violentati, stravolti, dileggiati. Per i soggetti chiamati a ergersi a giudici casalinghi, i reati contro la fede pubblica, previsti da Arturo Rocco, sono equiparabili alle regole cautelari. Lo sono, prima di tutto, a livello di dosimetria sanzionatoria. Appaiono riecheggiare gli aulici insegnamenti dello scrutatore di sigilli, per il quale il reato colposo è collocato, senza soluzione di continuità, in prossimità di quello doloso. Come se fosse una congerie indistinguibile. Stesso (o quasi) disvalore, medesima antidoverosità. A questo punto, perché non punire per tentato omicidio chi, fuoriuscendo da una cena associativa e dopo aver portato i propri gomiti ben più che ad angolo retto, scorribandi per le vie cittadine a più del doppio dei limiti di velocità ma giungendo presso il proprio domicilio senza aver leso l’incolumità fisica di qualcheduno? A questo punto, meglio DOLO che male accompagnato.
Vi sarebbe l’intendimento di farsi parte diligente con Procure “altre” rispetto a quella autoctona. Ma non si può fare: chiedere ad un ex Organo Tecnico. Non ci si può rivolgere a Via Allegri (o meglio, a colui che fa la spola con Via XX Settembre), ma a Palazzo H, astrattamente, si.
Sgubbi, Il diritto penale totale, Bologna, 2019. Da Bologna al Topino è breve solo la distanza chilometrica.

Scusa, si tratta sicuramente di un mio evidente limite. Però non ho capito nulla di nulla.