La mental coach che era in società con Rocchi
Inviato: mar nov 22, 2022 10:02 am
Lezioni private motivazionali e conference call di analisi psicologica dei giocatori in campo. La routine degli arbitri di Serie A da qualche anno si è arricchita di una figura professionale ad hoc che istruisce i direttori di gara sulle insidie mentali che una partita può riservare. Un ruolo riservato ad Alessandra Monasta, mental coach personale del designatore Gianluca Rocchi durante i suoi anni da arbitro e da tempo nel giro Aia con diversi ruoli. Monasta nell’ultimo biennio è diventata una figura di riferimento per ogni aspetto psicologico-motivazionale nella formazione della classe arbitrale. Capace di ritagliarsi uno spazio sempre più importante in ogni ingranaggio della macchina formativa in capo all’Assoarbitri. Dall’organizzazione di corsi di formazione obbligatori per i presidenti delle Sezioni, fino al supporto personale del singolo arbitro. Una presenza costante nel corso di tutta la stagione tanto da avere una sua stanza riservata a Coverciano durante le riunione tecniche. Un aiuto psicologico non obbligatorio ma vivamente consigliato dai vertici arbitrali, di cui hanno usufruito e continuano ad usufruire, singolarmente e a proprie spese, tantissimi fischietti. Ad esempio l'arbitro Rapuano: poche ore prima di dirigere Roma-Torino, si è preparato in call con Monasta per capire come affrontare le varie personalità in campo, e come gestire José Mourinho.
Monasta è così importante nel percorso formativo degli arbitri da aver introdotto nel 2021 l'Assemblea dei Presidenti di Sezione insieme a Trentalange e Gravina. E mentre aumentava consenso e potere dentro l'Aia, nel gennaio del 2020 ha anche costituito insieme a Gianluca Rocchi la società “Law 5”, una srl che si occupa di corsi di aggiornamento professionale che porta nelle aziende private una formazione specifica attraverso i valori, le idee, la cultura del mondo arbitrale. Insomma, mentre fuori dall'Aia in società col designatore insegnava alle grandi aziende ad essere come gli arbitri, all'interno del sistema impartiva personalmente agli arbitri stessi le modalità di comportamento in campo.
La situazione diventa imbarazzante perché dalla stagione 2021-2022 Rocchi viene nominato designatore, mentre quella che è diventata la sua socia continua a preparare mentalmente e a pagamento i singoli arbitri. Un aiuto che, a detta di molti fischietti, può spostare positivamente i giudizi di merito sull’operato in campo: “Chi partecipa ai suoi corsi vola”.
Fino all'estate 2022, Monasta opera parallelamente come mental coach degli arbitri e come socia della “Law 5” insieme al designatore Gianluca Rocchi, socio di maggioranza all’80%. Una situazione che, formalmente, si è conclusa con l'uscita di Rocchi dalla srl e sulla quale il designatore, contattato da Repubblica, ha specificato: “La mia ex società non ha mai lavorato con il mondo arbitrale”.
Il doppio ruolo per il designatore degli arbitri è in contrapposizione con quanto specificato al punto 6.3 del codice etico, in cui “l’Associato si deve astenere dallo svolgere qualsiasi attività, dalle quali possa risultare un conflitto, anche potenziale, tra gli interessi dell’Associazione e quelli personali propri dell’ Associato”. Un doppio binario tra business personale e gestione arbitrale che andava a toccare anche il punto S dei principi generali che prevedono “l’incompatibilità con una carica AIA di chiunque abbia come fonte di reddito un’attività imprenditoriale, commerciale o professionale collegata all’AIA o alla FIGC”. Un crinale su cui il designatore ha viaggiato in bilico fino al luglio del 2022, quando ha ceduto la sua quota della “Law 5” ad Alessandra Monasta, uscendo dalla società.
fonte: repubblica.it