Yugoslavo ha scritto:javasup ha scritto:[i]
Riforma dello sport = Riforma dell’AIA?
La Riforma dello Sport ha avuto un impatto, secondo molti epocale, anche nell’AIA. In che modo? Sostanzialmente la base, l’ossatura dell’associazione stessa, ha l’opportunità di darsi una nuova veste ridefinendosi, con tutti gli obblighi e prerogative amministrative e finanziarie, in ASD, associazione sportiva dilettantistica. Una novità formale e sostanziale che di fatto trasforma il ruolo del presidente di sezione.
La minoranza del CN avrebbe sostenuto la necessità non procrastinabile di coinvolgere proprio i presidenti di sezione in questo processo per evitare una riforma, come spesso accade in tutti gli ambiti, calata dall’alto e correndo il rischio de “Dio vede e provvede”.
La vera domanda, però, è: questo upgrade della base dell’AIA, quali ripercussioni avrà nella struttura stessa dell’AIA? Può un’associazione così capillare sostenere un cambiamento di questa portata senza nessun tipo di riverbero sulla propria architettura associativa?
Letto articolo ok ma questo punto non capisco forse Observer può spiegare meglio o altri cosa diventa sezione?
Yugo.
Mio caro amico,
se vuoi posso dirti cosa dovrebbero diventare le Sezioni AIA per me.
Il che, a dire il vero, faceva il paio con un paio di progetti che si studiarono prima di alcune elezioni orsono, come progetto di riforma dell’Associazione. Progetto molto bello, interessante, archiviato in un contenitore a forma cilindrica di nome cestino della carta straccia perché non si ebbe il coraggio di cambiare lo status quo e gli equilibri di potere in seno alla nostra Associazione.
Per me le Sezioni, o almeno i due terzi di esse, dovrebbero essere semplicemente CHIUSE! Noi continuiamo a intendere il rapporto Associativo come si intendeva il secolo scorso, dove si aspettava con trepidazione che l’ufficio del Delegato Tecnico si aprisse con le cartoline fresche di stampa dalle primordiali stampanti Canon a getto di inchiostro, per sapere dove saremmo stati designati la settimana dopo. E prendere le designazioni brevi mano mentre giocavamo a ping pong, a bigliardino, o a biliardo per le Sezioni più ricche.
Quel mondo non esiste più. Gli Arbitri con sempre maggior fatica vanno in Sezione e le Sezioni AIA non riescono a trovare sedi adeguate, perché ormai il terzo settore e la politica non solo non ti aiutano, ma ti osteggiano cercando di spremerti come limoni imponendoti canoni a prezzo di mercato e contratti sempre meno lunghi, e ad un certo punto ti sfrattano. Un sacco di Sezioni AIA sono senza sede. Senza sede fisica, con gli schedari ricoverati in magazzini di fortuna.
Quindi, il progetto era quello di raggruppare a livello provinciale le Sezioni AIA (fatti salvo particolari casi geografici e morfologici sul territorio) dimezzando almeno il numero delle Sezioni. Una Sezione AIA ha un bilancio di circa trentamila euro come spese di funzionamento, equamente divise tra affitti, raduni, spese vive, ecc. immaginate il risparmio di soldi e di risorse liberate dimezzando il numero delle Sezioni.
A questo, doveva seguire anche una rivoluzione culturale da un punto di vista Associativo, solo parzialmente realizzata. Ovvero, l’abolizione del limite per essere Arbitro Effettivo, con la risultante che fintanto che producevi il certificato medico agonistico eri designabile e utilizzabile. Cosa effettivamente parzialmente fatta. Oltre a ciò, doveva essere statutariamente definito che ci doveva essere una netta divisione tra gli Arbitri di Fascia 1, ovvero i futuribili, e gli Arbitri di Fascia 2 ovvero i non selezionabili per il transito all’OT superiore. E raduni, equipaggiamento, formazione, stage, seminari, webinar dovevano essere concentrati solo e solamente sugli Arbitri di Fascia 1 come investimento per il futuro. Se un non selezionabile voleva acquistare il materiale tecnico, nessun problema. Ma i non selezionabili dovevano veder abolito qualsiasi vincolo che non fosse il pagamento della quota Associativa. Diventavano Colleghi a cui essere grati per il percorso, ma che diventavano funzionali alla copertura delle gare per far contenta la Federazione e garantire il regolare svolgimento dei campionati.
Cosa che oggi non accade. Eliminando il vincolo di età, si sarebbero liberate risorse per coprire anche le gare di Esordienti e Pulcini, come quando iniziai io a Arbitrare.
La riforma ipotizzata poneva le basi da un lato sul mutato mondo della comunicazione che oggi svolge se stesso al 90% in rete. E altra considerazione, era che smantellando le Sezioni finalmente non si sarebbe messa in mano l’Associazione ai Presidenti di Sezione che hanno dimostrato nel corso degli anni e delle diverse Elezioni, di essere nella gran parte dei casi degli intrallazzatori maneggioni che non avevano alcun interesse al bene comune, ma che erano solo interessati o al proprio tornaconto personale carrieristico, oppure a quello del proprio entourage.
Era una riforma complessa, coraggiosa. Che avrebbe liberato risorse dirigenziali di formazione tecnica che avrebbero potuto gestire un numero minore di Arbitri nella crescita con dei percorsi personalizzati.
Un bel sogno, rimasto su carta e nei desideri di qualcuno.
Ti ripeto e ribadisco, però. Oggi come oggi le Sezioni sono anacronismi costosissimi che non hanno più nessun motivo di esistere. Dovrebbero essere sostituite da raggruppamenti su base provinciale o ancora meglio regionale (penso al Molise, per esempio) che curano la formazione tecnica degli Arbitri in fascia di Selezione.
Per gli altri, aggiornamenti via Zoom ad opera del settore Tecnico, e nessun vincolo se non pagare le quote e arbitrare. E tante grazie anche al 60enne che ci copre le partite.
E' assurdo dividere le persone in buoni o cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.
(O. Wilde)