Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, è indagato. Vittima degli accessi abusivi ordinati dal pm della Dna Antonio Laudati e compiuti dal finanziere Pasquale Striano, e tuttavia costretto a difendersi dalle accuse di appropriazione indebita e autoriciclaggio per aver incassato, è questa l’accusa, i soldi di una sorta di caparra stanziata per la vendita (poi sfumata) di una collezione di libri. E di aver utilizzato quel denaro per l’acquisto di una casa a Milano. Accuse da cui si è difeso per due ore, durante un lungo interrogatorio davanti al procuratore Francesco Lo Voi e all’aggiunto Giuseppe Cascini. Gravina e i suoi legali sono tranquilli: hanno chiesto loro di essere sentiti con tutte le garanzie appropriate, quindi quelle garantite agli indagati. E ha chiarito ogni cosa.
Perché a prescindere dal come e dal perché Striano abbia focalizzato la sua attenzione su Gravina, c’è il cosa. Cosa ha trovato il finanziere della Dna digitando sulle banche dati il cognome del presidente della Federcalcio?
Qualcosa di sicuro. Così importante da mettere nero su bianco una nota: “Proposta di trasmissione alla Procura distrettuale di Roma del lavoro di approfondimento svolto dal Gruppo di lavoro SOS sul conto di Gabriele Gravina, attuale presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.)— gia? presidente della Lega Pro fino al mese di ottobre 2018".
Ecco, la Lega Pro. È da qui che occorre partire per capire questa storia. Gravina ne era il presidente quando tutto è iniziato. Ed è in questa veste che lavora al bando per l’assegnazione dei diritti tv della vecchia Serie C. L’azienda prescelta per aggiudicarsi la partita è la Isg, una società che si occupa di piattaforme digitali.
Il sospetto, tutto da verificare, è che questa scelta sia legata a una compravendita di libri. Testi medievali e ottocenteschi, di cui Gravina è cultore.
Sono state fatte due proposte di acquisto per la preziosa collezione. Con tanto di caparre. Poi l’affare è sfumato e il venditore ha tenuto per se i soldi, e anche i libri. La prima volta 250 mila euro. Poi 350 mila. Soldi che sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento a Milano. “Abbiamo chiesto noi l’interrogatorio - dicono gli avvocati Leo Mercurio, Fabio Viglione e Micol Paglia - chiedendo di essere presenti a garanzia del nostro assistito. Documenti alla mano abbiamo chiarito tutto e siamo certi che la verità verrà fuori in tempi rapidi”
fonte: https://roma.repubblica.it/cronaca/2024 ... 422267885/