Verdifra ha scritto:Per anzitempo immaginavo una trentina di anni. Non 21. Anche perché ne verrebbe meno anche la credibilità apparente dell'OA. Per quanto 6 anni non siano pochi, ma neanche abbastanza, un ragazzo che vede entrare nello spogliatoio un coetaneo che è arrivato alla 3 categoria e a 21 anni ha smesso non credo ne senta l'esperienza da seguire.
A parte che non sono arrivato in terza categoria ma al CRA, ma questo non è importante. Beh, per un ragazzino di 15/16 anni che arbitra nei giovanissimi possono essere più utili i consigli di un ragazzo giovane che è stato sui campi fino all'altro ieri piuttosto di quelli di un cinquantenne che non arbitra da dieci anni o più e che ha avuto una formazione arbitrale in un periodo in cui l'arbitraggio era concepito in maniera completamente diversa.
quagliabella ha scritto:sarà che lavoro da una vita ma mai capirò gli universitari che non riescono a conciliare studi e arbitraggio. e chi lavora, allora? eppure tempo ne hanno (magari per altre cose). spero non si sia offeso nessuno.
Il discorso è molto semplice: se lavori da lunedì a venerdì mettiamo, la domenica pomeriggio hai un trade-off tra arbitrare e stare a casa sul divano (o mangiare un gelato con la tua fidanzata/moglie, o quello che vuoi). Tutte cose importanti eh, ma pur sempre di tempo libero stiamo parlando.
Io che studio all'università la domenica ho un trade-off tra arbitrare e studiare. E ti assicuro che spendere tutta la domenica (perchè al CRA funziona così) in giro per la regione ad arbitrare, sacrificando un giorno di studio (che siano due, tre o sei ore non importa), alla lunga ti cambia, perchè a gennaio/febbraio e giugno/luglio ci sono gli esami e i nodi vengono al pettine.
E a meno che tu non faccia scienze delle merendine (non è il mio caso...) l'aver dedicato trenta domeniche a x ore di studio piuttosto che a una partita di calcio può fare la differenza.
Con questo non voglio dire che non si possano fare entrambe le cose, tantissimi arbitri di vertice sono laureati, ma personalmente sono arrivato ad un punto in cui sentivo di aver perso la giusta priorità delle cose e, visto che nel frattempo dopo tante partite avevo perso abbastanza la voglia, ho deciso di smettere e di concentrarmi su ciò che ritenevo (e ritengo tutt'ora) più importante. Pur continuando a fare sport, in maniera meno invadente sulle cose importanti della vita.
Io penso che, indipendentemente da che uno studi o lavori, siano fondamentali le motivazioni. Se mancano le motivazioni, meglio smetterla piuttosto che far danni.
mike90 ha scritto:Per diventare OA necessiti sia di requisiti anagrafici che di anzianità di tessera, che vanno entrambi soddisfatti. La deroga la puoi avere se ti manca uno dei due requisiti, ma da quanto dici tu non possiedi nessuno dei due, quindi la vedo dura.
Una volta passato OA non si torna più indietro. Quindi ti consiglio di provare fin da ora una carriera alternativa (AA o calcio a 5),fino a maturare i requisiti per il passaggio da Oa.
Grazie, sei stato l'unico a dare una risposta esaustiva senza giudicare.
Comunque no, a questo punto smetto e dedicherò il mio tempo libero ad altro. Se poi un domani mi tornerà la voglia c'è sempre tempo per ricominciare.