Yellow ha scritto:Quando avvengono tali episodi, solitamente, più di qualcuno prova a fare il seguente ragionamento (inverso): "se fosse stato uomo..."/"e se fosse stato un uomo?...".
Bene, provo a fare la stessa cosa anche io: se l'arbitro fosse stato un uomo, il giudice sportivo avrebbe comunque applicato la stessa sanzione?
La tanto richiamata e desiderata parità di genere passa proprio da qui...
La domanda è un non- sense. Non è nemmeno da porsi perchè totalmente avulsa dalla situazione. Ha un senso che in una partita dove ci sono 22 caucasici, uno di questo dica all'arbitro africano : "da un nero non mi farei mai arbitrare". E' un non sense che nella stessa partita a Nairobi, fosse detta da uno dei 22 giocatori neri nei confronti dell'arbitro nero.
Nessun giocatore direbbe ad un arbitro : " da un uomo non mi farei mai arbitrare". Non è una frase senza senso, è un pensiero senza senso.
Sacrosante le sanzioni pesanti nei confronti di chi insulta" per quello che si è". Non per quello che si presume (quello è un semplice insulto).
Se io dico ad un arbitro , " da un finocchio non mi farei arbitrare" , e l'arbitro è eterosessuale, è una "semplice offesa" (quantomeno nell' l'intenzione di chi l'ha pronunciata) ma se l'arbitro è dichiaratamente un gay , diviene discriminazione di genere (potremmo discutere se essere gay è "appartenere" ad un genere ma piuttosto un' inclinazione sessuale, ma lasciamo perdere). E va punita pesantemente.
Se l'arbitro è un down (cosa impossibile, ma poniamo) e un giocatore gli dice " da un mongoloide non mi farei mai arbitrare" ha un senso ben diverso che dire ad un arbitro : " sei mongoloide".
Non so se mi sono spiegato.