L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Tutto ciò che fa discutere sul mondo arbitrale

Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda Observer il mar ott 12, 2021 12:44 pm

fradi ha scritto:
marblearch ha scritto:Se un uomo vuole stare con un altro uomo, perchè dirlo? Sono affari suoi. Ci sono uomini che stanno con due donne e non dicono di essere bigami nè le donne di essere cornute. Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. Risponde solo a se stesso e a chi interessa a lui. Non al mondo. Notizie, sinceramente, del tutto inutili e io non mi presterei a raccontare la mia vita ad altri.


Non ho capito perchè fai il il paragone tra un uomo che sta con un altro uomo e un bigamo o una cornuta? ma forse ho compreso male io. Tutti gli uomini raccontano delle loro fidanzati o mogli e mi sembra naturale che questo arbitro faccia lo stesso riferendosi al suo compagno.


Permettetemi di portarvi la mia esperienza di vita.
Quando un giovane viene a conoscenza della sua “diversità” inizialmente ha paura. Tutti hanno paura, almeno quelli della mia età. Parlo di concetti come normalità e diversità, perchè sono elementi sociologici inseriti e insiti nella nostra società e nella nostra cultura.
Tutti noi (o quasi tutti) veniamo da famiglie tradizionali. I modelli sociali fino a qualche anno orsono erano esclusivamente patriarcali e tradizionalmente familistici. Non esisteva nella nostra società la possibilità di affermare “modelli” familiari diversi da quello tradizionale.
E in questo, anche per la concomitanza della presenza dell’Headquarter della CCAR in Roma, è facilmente spiegabile. Del resto, non si dice che Roma è la culla della cristianità?
Orbene, essere omosessuale, o come si dice oggi nella revenche queer essere LGBTQI e tante altre lettere dell’alfabeto che non conosco e che faccio fatica a procunciare, non ha che una minima attinenza con i gusti le scelte e gli atti sessuali dell’individuo.
Oggi “essere” orgogliosamente LGBTecc ecc significa aderire a un modello socioligico e culturale “alternativo” al modello dominante. Ne migliore ne peggiore, perchè io sono fortemente convinto che nessuno “diventi” gay o lesbica. Ognuno è come è, ed è come la natura e il libero arbitrio hanno voluto che sia.
Però:
- un conto è prednerne coscienza;
- un altro conto è affermarlo a se stesso;
- un altro conto ancora è accettarsi;
- un altro conto ancora è affermare se stessi all’esterno della propria confort zone.

Quando ero giovane io, certe scelte si facevano di nascosto, perchè eravamo intrisi di omofobia interiorizzata fino alla cima del capelli. I gay per primi, i quali accettavano la orribile definizione di libertà nei confini della propria camera da letto, perchè quello che si fa è una cosa privata.
E invece no. Ciò che si è, è una scelta pubblica e una scelta politica e sociologica.
Una famiglia LGBT ha tutto il diritto di essere considerata una famiglia, al pari di ogni altra famiglia che concorre a formare il tessuto sociale della nostra Società.
E questo con il sesso, non ha nulla a che spartire.
Scusate il pippotto da vecchio attivista gay. La chiudo qui!
E' assurdo dividere le persone in buoni o cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.

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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda bracco75 il mar ott 12, 2021 12:57 pm

Observer ha scritto:
fradi ha scritto:
marblearch ha scritto:Se un uomo vuole stare con un altro uomo, perchè dirlo? Sono affari suoi. Ci sono uomini che stanno con due donne e non dicono di essere bigami nè le donne di essere cornute. Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. Risponde solo a se stesso e a chi interessa a lui. Non al mondo. Notizie, sinceramente, del tutto inutili e io non mi presterei a raccontare la mia vita ad altri.


Non ho capito perchè fai il il paragone tra un uomo che sta con un altro uomo e un bigamo o una cornuta? ma forse ho compreso male io. Tutti gli uomini raccontano delle loro fidanzati o mogli e mi sembra naturale che questo arbitro faccia lo stesso riferendosi al suo compagno.


Permettetemi di portarvi la mia esperienza di vita.
Quando un giovane viene a conoscenza della sua “diversità” inizialmente ha paura. Tutti hanno paura, almeno quelli della mia età. Parlo di concetti come normalità e diversità, perchè sono elementi sociologici inseriti e insiti nella nostra società e nella nostra cultura.
Tutti noi (o quasi tutti) veniamo da famiglie tradizionali. I modelli sociali fino a qualche anno orsono erano esclusivamente patriarcali e tradizionalmente familistici. Non esisteva nella nostra società la possibilità di affermare “modelli” familiari diversi da quello tradizionale.
E in questo, anche per la concomitanza della presenza dell’Headquarter della CCAR in Roma, è facilmente spiegabile. Del resto, non si dice che Roma è la culla della cristianità?
Orbene, essere omosessuale, o come si dice oggi nella revenche queer essere LGBTQI e tante altre lettere dell’alfabeto che non conosco e che faccio fatica a procunciare, non ha che una minima attinenza con i gusti le scelte e gli atti sessuali dell’individuo.
Oggi “essere” orgogliosamente LGBTecc ecc significa aderire a un modello socioligico e culturale “alternativo” al modello dominante. Ne migliore ne peggiore, perchè io sono fortemente convinto che nessuno “diventi” gay o lesbica. Ognuno è come è, ed è come la natura e il libero arbitrio hanno voluto che sia.
Però:
- un conto è prednerne coscienza;
- un altro conto è affermarlo a se stesso;
- un altro conto ancora è accettarsi;
- un altro conto ancora è affermare se stessi all’esterno della propria confort zone.

Quando ero giovane io, certe scelte si facevano di nascosto, perchè eravamo intrisi di omofobia interiorizzata fino alla cima del capelli. I gay per primi, i quali accettavano la orribile definizione di libertà nei confini della propria camera da letto, perchè quello che si fa è una cosa privata.
E invece no. Ciò che si è, è una scelta pubblica e una scelta politica e sociologica.
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Sono pienamente d'accordo con te. Ed approvo che un arbitro di vertice (come anni orsono fece il compianto ex internazionale olandese John Blankestein) lo renda noto al mondo, perchè su questi temi l'opera di sensibilizzazione non è mai troppa.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda Observer il mar ott 12, 2021 1:13 pm

piccola nota boccaccesca giusto per stemperare il clima serioso: Alfred Kinsey nell'unica ricerca in materia, affermò che il 5% della popolazione era omosessuale (la sto banalizzando).

per capirci ... su 30000 associati .... dovremmo essere in 1.500

fa riflettere no?

domanda provocatoria aperta a tutti: quanti collegh* LGBTQI conoscete che arbitrano e che sono orgogliosamente "visibili" ?

come diceva qualcuno prima, questo ci da il metro di quanta "inclusione" dobbiamo ancora percorrere.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda bracco75 il mar ott 12, 2021 1:15 pm

Observer ha scritto:piccola nota boccaccesca giusto per stemperare il clima serioso: Alfred Kinsey nell'unica ricerca in materia, affermò che il 5% della popolazione era omosessuale (la sto banalizzando).

per capirci ... su 30000 associati .... dovremmo essere in 1.500

fa riflettere no?

domanda provocatoria aperta a tutti: quanti collegh* LGBTQI conoscete che arbitrano e che sono orgogliosamente "visibili" ?

come diceva qualcuno prima, questo ci da il metro di quanta "inclusione" dobbiamo ancora percorrere.



Sono fuori dall'associazione da molti anni, però porto l'esperienza dei miei ambiti lavorativi (tribunali ed università): ci siamo con quella percentuale.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda marblearch il mar ott 12, 2021 8:15 pm

Obs capisco bene che vuoi dire. Mi spiace essere stato forse frainteso perchè nel mio paradosso , volevo proprio dire che a me non interessa nulla degli affetti ( e scrivo affetti non a caso) altrui proprio non interessa. Ora forse io non ho la sensibilità giusta per cogliere queste uscite. Ma non perche le cose come quella debbano essere nascoste. Ma perchè le ritengo normalità. Me lo dicesse un arbitro che conosco, direi " ah si ? " . Sei felice ? Buon per te.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda Yugoslavo il mer ott 13, 2021 10:59 am

Complimenti al Sig. Observer per dolcezza e garbo mostrato in intervento precedente.

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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda baywatch il mer ott 13, 2021 12:51 pm

In Italia sul tema siamo molto molto indietro, sia in generale che all’interno dell’associazione.
Penso che i colleghi che abbiano condiviso il loro orientamento sessuale siano molto pochi, nessuno dei quali a livello apicale.
Peccato, sarebbe il caso di intervenire, a tutela dei singoli e dell’immagine dell’aia stessa.

-- mer ott 13, 2021 12:51 pm --

In Italia sul tema siamo molto molto indietro, sia in generale che all’interno dell’associazione.
Penso che i colleghi che abbiano condiviso il loro orientamento sessuale siano molto pochi, nessuno dei quali a livello apicale.
Peccato, sarebbe il caso di intervenire, a tutela dei singoli e dell’immagine dell’aia stessa.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda Observer il mer ott 13, 2021 2:05 pm

Molte aziende hanno intrapreso un percorso di diversity inclusion ... nel tempo! Hanno iniziato gli anglosassoni, noi europei siamo un po' indietro.

si parte dalle clausole anti discriminazione nei CCNL, per arrivare a un dipartimento interno che occupi di equal opportunity in senso ampio.

In Italia siamo molto sensibili alle discriminazioni per sesso biologico. Ma per orientamento sessuale, o identità di genere siamo un po' indietro.

comunque se vi fa piacere saperlo, esiste una associazione di Arbitri gay che si chiama IGLFA ... con una Referee Committee

https://www.iglfa.org/member-referees/

inutile dire che non esiste alcun italiano affiliato.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda Rattlesnake il lun ott 18, 2021 7:18 am

Observer ha scritto:
fradi ha scritto:
marblearch ha scritto:Se un uomo vuole stare con un altro uomo, perchè dirlo? Sono affari suoi. Ci sono uomini che stanno con due donne e non dicono di essere bigami nè le donne di essere cornute. Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. Risponde solo a se stesso e a chi interessa a lui. Non al mondo. Notizie, sinceramente, del tutto inutili e io non mi presterei a raccontare la mia vita ad altri.


Non ho capito perchè fai il il paragone tra un uomo che sta con un altro uomo e un bigamo o una cornuta? ma forse ho compreso male io. Tutti gli uomini raccontano delle loro fidanzati o mogli e mi sembra naturale che questo arbitro faccia lo stesso riferendosi al suo compagno.


Permettetemi di portarvi la mia esperienza di vita.
Quando un giovane viene a conoscenza della sua “diversità” inizialmente ha paura. Tutti hanno paura, almeno quelli della mia età. Parlo di concetti come normalità e diversità, perchè sono elementi sociologici inseriti e insiti nella nostra società e nella nostra cultura.
Tutti noi (o quasi tutti) veniamo da famiglie tradizionali. I modelli sociali fino a qualche anno orsono erano esclusivamente patriarcali e tradizionalmente familistici. Non esisteva nella nostra società la possibilità di affermare “modelli” familiari diversi da quello tradizionale.
E in questo, anche per la concomitanza della presenza dell’Headquarter della CCAR in Roma, è facilmente spiegabile. Del resto, non si dice che Roma è la culla della cristianità?
Orbene, essere omosessuale, o come si dice oggi nella revenche queer essere LGBTQI e tante altre lettere dell’alfabeto che non conosco e che faccio fatica a procunciare, non ha che una minima attinenza con i gusti le scelte e gli atti sessuali dell’individuo.
Oggi “essere” orgogliosamente LGBTecc ecc significa aderire a un modello socioligico e culturale “alternativo” al modello dominante. Ne migliore ne peggiore, perchè io sono fortemente convinto che nessuno “diventi” gay o lesbica. Ognuno è come è, ed è come la natura e il libero arbitrio hanno voluto che sia.
Però:
- un conto è prednerne coscienza;
- un altro conto è affermarlo a se stesso;
- un altro conto ancora è accettarsi;
- un altro conto ancora è affermare se stessi all’esterno della propria confort zone.

Quando ero giovane io, certe scelte si facevano di nascosto, perchè eravamo intrisi di omofobia interiorizzata fino alla cima del capelli. I gay per primi, i quali accettavano la orribile definizione di libertà nei confini della propria camera da letto, perchè quello che si fa è una cosa privata.
E invece no. Ciò che si è, è una scelta pubblica e una scelta politica e sociologica.
Una famiglia LGBT ha tutto il diritto di essere considerata una famiglia, al pari di ogni altra famiglia che concorre a formare il tessuto sociale della nostra Società.
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Riassunto perfetto, Observer sei monumentale!
Libertà va cercando, ch'è sì cara / come sa chi per lei vita rifiuta.
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Re: L'arbitro inglese Adcock fa coming out

Messaggioda odiorezzo3 il lun ott 18, 2021 1:49 pm

Comunque tutta questa mediaticità senza senso la trovo sgarbata. Già anni fa un arbitro svizzero fece coming-out. Non ci trovo nulla da pubblicizzare.

https://www.blick.ch/sport/fussball/sup ... 38245.html
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