SAN DONA' DI PIAVE. Arriva dal Veneto, e in particolare da San Donà di Piave, l’avversario più accreditato di Marcello Nicchi nella corsa al rinnovo dei vertici dell’Aia, l’Associazione italiana arbitri. Si chiama Antonio Zappi, ha 50 anni (ne compirà 51 il prossimo 30 novembre), è sposato e padre di due figli e dal 2009 ha la responsabilità del Sin, il Servizio ispettivo nazionale della stessa Aia. Nativo di Graffignano (Viterbo), risiede a San Donà da un trentennio ed è stato un buon arbitro, facendo parte degli organici della Can D.
Sabato 24 settembre, giorno in cui, presumibilmente all’Hilton di Fiumicino (la sede non è ancora stata ufficializzata, ma dovrebbe essere proprio l’albergo attiguo all’aeroporto di Roma), si terrà l’Assemblea generale degli iscritti per eleggere il presidente, il comitato nazionale e i delegati degli ufficiali di gara, non sarà dunque affatto tutto scontato come qualcuno ipotizzava. I papabili alla poltrona di numero uno dell’Associazione saranno tre: Nicchi, il presidente in carica, che si propone per la terza volta (lo statuto è stato modificato, non senza malumori, proprio nello specifico caso di un terzo mandato, abbassando il quorum per risultare eletti dal 66 al 55% dei consensi), il suo concittadino Carlo Polci, vice-responsabile del Servizio ispettivo nazionale, ed ex presidente della sezione arbitrale di Arezzo, e Zappi, appunto. Due toscani e un veneto “adottato” in lotta per un incarico che sappiamo bene tutti quanto sia delicato nel calcio professionistico: guidare un esercito di 21.159 associati (dato riportato dal sito arbitri.com), partendo dai più conosciuti che dirigono partite in Serie A e B per finire ai giovani che fanno le loro prime esperienze sui campi di provincia, a livello di campionati giovanili per salire sino alla Serie D.
Zappi, che nella vita è dirigente all’Agenzia delle Entrate di San Donà, si dimetterà in giornata dal Sin perché questo prevede lo statuto in caso di corsa alla presidenza dell’Aia. Un atto dovuto, subito dopo il quale sono attese le prime dichiarazioni. La sua è una candidatura molto forte, destinata sicuramente a sparigliare le carte, dato che Nicchi avrebbe avuto vita facile se chiamato a “duellare” solo con Polci, con il quale è entrato in conflitto dopo una lunga e proficua collaborazione, il cui dato di fatto più eclatante - è risaputo nell’ambiente - fu la scrittura insieme allo stesso Nicchi del programma con cui quest’ultimo si presentò per chiedere alla base di essere votato otto anni fa. Zappi è quotato e benvoluto nella nostra regione, ma anche altrove: è stato nella “squadra” di Tarcisio Serena, l’ex arbitro di Fontaniva (ma iscritto alla sezione di Bassano del Grappa) divenuto nel 2005 presidente del Comitato regionale veneto, e al Sin ha compiuto un lavoro positivo, con apprezzabili riscontri in tutto il Paese.
Mancando un mese esatto all’assemblea, da questo momento scatta la campagna elettorale, che si preannuncia intensa e senza un attimo di sosta per tutti. Zappi diventa il portabandiera di una regione che ha dato moltissimo all’Aia, ma che sinora non ha mai portato nessuno dei suoi iscritti a capo dell’Associazione. L’unico ad insediarsi nelle stanze romane fu Luigi Agnolin, nominato nel 2006 commissario straordinario nel pieno marasma dello scandalo
che aveva investito il nostro calcio, sostituendo Tullio Lanese, coinvolto nell'inchiesta. La gestione dell’ex fischietto bassanese, però, non fu particolarmente apprezzata, soprattutto dalle sezioni. Con le nuove elezioni venne poi sostituito da Cesare Gussoni.
fonte: il mattino di Padova