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Il caso è chiuso. Paolo Bergamo, ex designatore ai tempi di Calciopoli 2006, non fa più parte degli organici dell'Aia, Associazione italiana arbitri. Il caso aveva scatenato un forte conflitto fra Gabriele Gravina e Alfredo Trentalange. Riassumiamo: Bergamo si era dimesso 15 anni fa poco prima di essere interrogato dalla giustizia sportiva. Gigi Pairetto, anche lui designatore in quegli anni complicati, invece era stato interrogato, processo e condannato (ora, scontata la condanna, fa il dirigente in una società dilettantistica del Piemonte). Nei mesi scorso Alfredo Trentalange, nuovo presidente Aia al posto di Marcello Nicchi, aveva promosso una modifica regolamentare (vedi Spy Calcio del 14 settembre) che ha consentito a Bergamo di poter richiedere la tessera Aia e rientrare nei ranghi dell'Associazione, pur non avendo incarichi particolari (di questa norma ne aveva usufruito anche un ex arbitro). Gabriele Gravina, presidente Figc, non era stato avvisato della decisione di Trentalange: quando lo aveva scoperto (forse tramite una fonte oppure in base alle carte dell'Aia) si era infuriato. Il timore era anche che, una volta reintegrato Bergamo, qualche altro condannato di Calciopoli (il più famoso, come si sa, è Luciano Moggi) potesse chiedere la grazia alla Figc. Gravina aveva chiesto quindi a Trentalange di cancellare immediatamente questa delibera in contrasto con le norme della Figc. L'Articolo 36 comma 7 delle Noif infatti prevede che "è vietato il tesseramento di chiunque si sia sottratto volontariamente, con dimissioni o mancato rinnovo del tesseramento, ad un procedimento instaurato o ad una sanzione irrogata nei suoi confronti." Gravina era infuriato, pronto (pare) a commissariare l'Aia se non avesse risolto questo caso. Ora è stato risolto: dalle settimana scorsa Bergamo non è più negli organici arbitrali. Forse ha fatto un passo indietro oppure l'Aia ha cambiato la norma (le decisioni non sono pubbliche). Comunque, la Figc si ritiene soddisfatta. Trentalange, ex arbitro, persona per bene e preparata, è stato eletto il 124 febbraio, quando ha battuto Nicchi con il 60,32 per cento dei voti: il dirigente torinese, che ha come braccio destro il fiorentino Duccio Baglioni, in ottimi rapporti con Cosimo Sibilia, non aveva espresso il suo voto, che vale il 2 per cento, in occasione delle elezioni Figc dove Gravina aveva strabattuto Sibilia. L'Aia si era astenuta, scelta che aveva riscosso consensi e critiche: quel 2 per cento a molti non piace nel mondo del pallone. Ma è una conquista cui gli arbitri non vogliono rinunciare (e Marcello Nicchi si era battuto sempre come un leone...). In passato quel 2 per cento aveva fatto comodo a qualcuno nelle elezioni Figc. Trentalange appena eletto si era trovato alle prese con alcuni casi scottanti, come rimborsopoli, bruttissima storia, ma avrebbe dovuto avvertire il presidente federale della volontà di reintegrare chi aveva rinunciato alla tessera Aia in anni davvero controversi (qualcuno ha pagato, altri si sono salvati). Ora speriamo torni il sereno fra arbitri e Federazione. Il 30 settembre è previsto un consiglio federale della Figc: Gravina vorrà sondare il terreno per quanto riguarda la riforma dei campionati. E' pronto però ad indire una assemblea straordinaria. Forse si fa in tempo per novembre.
Fonte:
repubblica.it
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