1. Gli arbitri sono tenuti a svolgere le proprie funzioni con lealtà sportiva, in osservanza dei principi di terzietà,
imparzialità ed indipendenza di giudizio, nonché a comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile alla attività sportiva,
con trasparenza, correttezza e probità.
questa parte dell'articolo 40 dice che nei confronti di chiunque, devi mantenere rapporto di correttezza e probità.
Questo cosa significa? Significa che se tu scrivi: "Tevez è il più forte calciatore del mondo" stai legittimamente esprimendo una opinabile opinione.
Se però scrivi: Muntari è un brocco e dovrebbe giocare nei campionati delle parocchie ... stai offendendo un tesserato FIGC e per questo non stai mostando correttezza e probità sportiva.
Puoi commentare i fuori gioco?
No, e non lo dice in questo caso il regolamento associativo, ma il codice etico dell'AIA al quale l'articolo 40 si rifà espressamente. L'Articolo 2 del codice etico infatti dice:
È valore irrinunciabile ed imprescindibile di tale attività, la correttezza e la lealtà nella vita sportiva come
in quella sociale. Il collante tra questi due principi, che allo stesso tempo ne costituisce il fondamento, è la cultura del “fair play” , valore da applicare non solamente sui campi di gioco ma a cui riferirsi come stile di vita, attraverso il rifiuto dell’inganno e delle astuzie finalizzate al perseguimento di vantaggi e/o profitti non parimenti raggiungibili con le sole proprie capacità
Quindi ... nelle tue pubbliche esternazioni, a questi valori ti devi rifare.
Sono stato abbastanza specifico'